DONATI, Vi svelo i segreti dei Rangers
Ha scelto la terra dei kilt per mettere radici. Prima di lui, in Scozia, hanno giocato altri italiani ma mai nessuno era entrato così profondamente nel cuore dei tifosi. Massimo Donati, 27 anni (ex Milan, Parma, Atalanta e Sampdoria), uno dei tanti talenti cresciuti a grandi passi in Italia e poi emigrati all’estero. Ha scelto il Celtic, la parte biancoverde di Glasgow, che ieri ha affrontato e sconfitto per 2-1 i Rangers, prossima avversaria Uefa della Fiorentina, anche se è rimasto tutti i
Che gara è stata l’Old Firm di ieri?
“Abbiamo avuto fortuna, segnando il gol decisivo al
Prego.
“Beh, la squadra di Smith non gioca certo un calcio spettacolare. Pensano solo al sodo, pensano solo a difendersi ed a ripartire. Non gli piace il calcio inteso come spettacolo, sono una squadra poco inglese: giocano con una sola punta, si chiudono in dieci dietro al pallone e cercano il gol sempre su ripartenza”.
La lotta per il titolo si può dire riaperta o
“Abbiamo un punto di distanza ma due gare in meno. Arrivarci sarà dura, anche se tra due domeniche ci sarà un nuovo derby, ancora in casa nostra e possiamo assottigliare la distanza”.
Un collettivo che gioca un calcio non spettacolare, dunque. Ad individualità come è messa la squadra di Smith?
“La difesa è il punto di forza. Hanno due giocatori bravi e forti come Weir e Cuellar, che è tra i favoriti al titolo di miglior giocatore dell’anno. Anche a centrocampo sono messi bene, ma l’assenza di Ferguson e Thomson contro i viola peserà molto, sono i migliori elementi. Tatticamente giocano un 4-3-3, ma gli esterni stanno così bassi che l’unica punta Darcheville, un vero toro, molto veloce, resta sempre isolato”.
Fiorentina favorita, dunque?
“I viola sono sicuramente superiori ai Rangers, anche se Ibrox Park può essere un fattore decisivo, almeno per la gara d’andata. In casa si trasformano, c’è un clima caldissimo con i tifosi attaccati al campo. E’ un’atmosfera difficilissima da affrontare per gli avversari..”
Tifosi caldi in casa. E in trasferta?
“Parlo per quelli del Celtic. Bevono molto, ma sono sempre stati tranquilli, anche in occasione delle trasferte Champions. C’è grande educazione civica, un modo di vivere le partite fuori casa, a giro per l’Europa, diverso da quello italiano”.