DIRITTI TV, Ma cambierà davvero la ripartizione nel 2010? Difficile...

Vi proponiamo l'interessante articolo uscito questa mattina su La Repubblica, a firma Giuseppe Calabrese
02.06.2007 07:45 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: La Repubblica

LA TESI è: quando ci sarà una ripartizione più equa dei diritti televisivi anche la Fiorentina potrà lottare per lo scudetto. Prospettiva interessante, ma siamo proprio sicuri che sarà così? Ossia che la nuova ripartizione dei diritti porterà alla Fiorentina tanti soldi da poter competere con Milan, Inter e Juventus? Difficile dirlo adesso visto che non ci sono ancora certezze sui numeri (tutto dipende dai ricavi della vendita), ma l’impressione è che non sarà così e che per colmare il gap con le grandi squadre ci vorranno i soldi dei Della Valle, quelli delle tv non saranno sufficienti.
L’iter della legge - La legge delega che dà incarico al Governo di emanare i nuovi decreti è quasi pronta ed entro un paio di settimane sarà approvata. Dopo di che ci vorranno sei mesi per avere i decreti interpretativi, quindi arriveranno i meriti. Una volta che il Governo avrà fissato i parametri della nuova legge sui diritti tv, le società di calcio si dovranno obbligatoriamente adeguare.
I soldi - Sarà la Lega calcio a vendere collettivamente i diritti televisivi per conto delle società. «In Inghilterra vengono venduti i diritti per 108 eventi in diretta - spiega Giovanni Lolli, sottosegretario allo sport - mentre in Italia se ne vendono 380. Il problema è che gli inglesi incassano il doppio di noi, chiaro il concetto?». Chiarissimo. «In Italia la curva di crescita dei diritti tv è ferma mentre negli altri posti cresce, perché? - si chiede ancora Lolli -. Con questa legge le società possono guadagnare molto di più di adesso, però è necessario che la Lega si affidi a un manager capace, che organizzi meglio il prodotto». Una bella sfida.
La distribuzione - Altro problema. I paletti, comunque, li ha già messi il Governo. Il cinquanta per cento del ricavato della vendita collettiva dei diritti televisivi sarà diviso in parti uguali tra tutte le società, una parte sarà destinata ai settori giovanili, al calcio dilettantistico e al riadeguamento degli stadi e quello che rimane sarà suddiviso tra i club in base ai meriti sportivi, cioè alle vittorie, e al bacino di utenza. Sono parametri europei, ma è facile prevedere che su questo ultimo punto, sul bacino di utenza, ci sarà uno scontro violento all’interno della Lega.

Il punto è: quali sono i criteri per stabilire un bacino di utenza? Un’indagine della società Nielsen ha stabilito che la Juve è la società con più tifosi, poi ci sono Inter, Milan, Roma, Lazio, Napoli e Fiorentina. È un’analisi attendibile? Chi lo sa. È una classifica condivisa dai club? Mah. Insomma, su questo argomento ci sarà da discutere. E parecchio.
Gli introiti - Naturalmente quello che interessa alle società è stabilire dei criteri che riequilibrino le risorse in modo da livellare il campionato. Stando ai numeri attuali - la vendita dei diritti in Italia e all’estero frutta complessivamente circa 700 milioni - è del tutto evidente che con i nuovi parametri le grandi società ci rimetteranno qualcosa (il Milan ha calcolato circa venti milioni, ma gli esperti dicono che sono di meno), quelle piccole vedranno aumentare i loro bilanci mentre le medie, e tra queste la Fiorentina, avranno soltanto dei piccoli aumenti, non tali da giustificare ambizioni da scudetto. Perché se è vero che società come Juve, Inter o Milan non potranno più contare sugli incassi faraonici delle tv, è altrettanto verosimile aspettarsi che per tenere alto il livello di competitività, soprattutto in Europa, gli azionisti di maggioranza (Berlusconi, Moratti e la famiglia Agnelli) aumenteranno il loro impegno economico. Quindi se la Fiorentina vorrà competere alla pari dovrà fare altrettanto. «Questa è un’analisi realistica se ci basiamo sui parametri attuali, ma se la Lega riesce a ottenere più soldi dalla vendita dei diritti televisivi, allora le cose cambiano» dice ancora Lolli. Già, ma anche in questo caso il gap rimane. «Se la Lega incassa più soldi le grandi squadre non ci rimettono niente» spiega il sottosegretario. Appunto. Se il guadagno dei singoli club crescerà in maniera proporzionale per tutti, ci sarà sempre una differenza tra grandi, medie e piccole società. Meno evidente, forse, ma stando alle proiezioni fatte dal Governo ugualmente significativa.