DI CARMINE, Alla scoperta del nuovo gioiellino
I gol, Samuel Di Carmine nelle giovanili viola li ha sempre fatti. Dai Pulcini, epoca Cecchi Gori, alla Primavera (13 reti lo scorso campionato, 2 al Torneo di Viareggio e in Coppa Italia), sono nove anni che Di Carmine segna in viola. Nella stagione passata l’esordio in A il 25 ottobre 2006 contro il Torino, pochi mesi dopo ancora 25 minuti con l’Udinese. Contro l’Elfsborg il primo gol in prima squadra, all’esordio europeo del giocatore diciannovenne. Lui, fiorentino dell’ Antella, ha festeggiato sotto la curva Fiesole. Di lui si sono innamorati un po’ tutti. A cominciare da Leandro Leonardi, il primo responsabile del settore giovanile dei Della Valle, ante era Corvino quindi, che di lui diceva sottovoce «è il nostro Batistuta», scherzando sull’assonanza dei nomi, Samuel e Gabriel, e su quella del fisico che in quelle mini categorie gli permetteva di sovrastare i difensori avversari. Paragoni spropositati ma affettuosi. Un giudizio più tecnico su Di Carmine lo ha dato Luciano Chiarugi, che lo ha avuto tra i suoi Allievi. Secondo l’ex Cavallo Pazzo, Samuel Di Carmine possiede le qualità per giocare anche sull’esterno, date le sue capacità nella progressione. Nella sua prima partita nella Primavera, Di Carmine impressionò per grinta e personalità. La migliore testimonianza di stima nei suoi confronti Adriano Cadregari, fino all’anno scorso tecnico della Primavera, l’ha dimostrata provando a portarlo con sé a Taranto dove l’estate scorsa era stato ingaggiato come allenatore. Lontano dai microfoni, poi, Cadregari confessava che se qualcuno dei suoi sarebbe divenuto un giocatore perché ne aveva già le movenze, questo sarebbe stato Di Carmine.
PER L’ATTUALE responsabile della Primavera, Alberto Bollini, è eloquente il fatto che Di Carmine sia il suo capitano: l’ariete al centro dell’attacco è andato a segno per ora in questa stagione due volte in campionato (su cinque partite) e una in Coppa Italia. Proprio la permanenza nella categoria Primavera è l’aspetto più delicato del presente e del futuro prossimo di Di Carmine. Ha fame di professionismo, il ragazzino legato da un contratto alla Fiorentina fino al 2012. Voglia di altre platee, di misurarsi con spallate più robuste di quelle che ogni sabato dà e riceve nel campionato giovanile. Ma quello del centravanti è un mestiere da imparare sul campo, con pazienza e calma, come insegnano le esperienze di Pazzini e di Toni «esploso» ben oltre i 19 anni. Ci vuole tempo: saprà aspettare Samuel Di Carmine?