CALCIOPOLI, Per il "pentito" Paparesta uno sconto di pena?
Quello che voleva Francesco Saverio Borrelli si è avverato a Napoli, alla procura della Repubblica: l'arbitro-commercialista barese, Gianluca Paparesta, uno dei più bravi in Italia, ha parlato per cinque ore davanti ai pm Narducci e Beatrice. Non è giusto considerarlo un pentito, ma un collaboratore sicuramente sì. Paparesta ha raccontato come funzionavano le cose nel mondo arbitrale, quale era "l'aria che si respirava" in quegli anni. L'interrogatorio è stato secretato, i magistrati hanno espresso soddisfazione per il comportamento di Paparesta. Ma cosa ha detto? Ha detto in pratica che tutto passava da Luciano Moggi, che a lui si rivolgevano Figc, designatori, arbitri, funzionari dello Stato, anche giornalisti. Era il vero centro di potere, il motore del sistema. E non potevi quindi fare diversamente. Non potevi ribellarti. Lo aveva spiegato anche ai carabinieri, in precedenza: Paparesta aveva ricordato che quando fu rinchiuso nello spogliatoio di Reggio Calabria, non fece denuncia perché temeva che sarebbe finita nel nulla e lui ne avrebbe pagato le conseguenze. Insomma, nessuno a quei tempi poteva mettersi contro Moggi.
Gli arbitri erano "vittime" di quel sistema. Lo stesso Trefoloni, che continua ad arbitrare, aveva d'altronde ammesso: "Dirigevamo a comando". Paparesta avrebbe spiegato anche l'origine della scheda svizzera: Moggi le dava a tutti, arbitri e dirigenti (molti nomi devono ancora saltare fuori...). Ma Paparesta non avrebbe coinvolto altre persone, ha parlato solo per se stesso. Ora le stesse cose dirà a Borrelli e agli 007 della Figc: gli altri arbitri hanno tutti negato (da Bertini a Racalbuto), mentre il commercialista barese punta ad uno sconto di pena. Il processo sportivo infatti si farò a luglio e con il nuovo codice di giustizia viene "premiato" chi collabora. Insomma, se Bertini e c. rischiano la radiazione (due anni per arbitro), quanto rischia Paparesta? Forse sei mesi, la metà però da scontare in estate: la sua carriera nazionale sarebbe salva, quella internazionale sembra ormai perduta. Ma l'importante è che si sia rotto il muro dell'omertà: adesso parleranno anche altri?