BUNDESLIGA, Rivoluzione all'inglese
La Bundesliga spende 200 milioni di euro e copia la Premiership
Fonte: Controcampo
La Volkswagen non può legare il suo marchio a un modello perdente come la squadra di calcio della ditta che, l'anno scorso, si è ingloriosamente salvata con un risicato pareggio alla penultima giornata. E allora mano al portafoglio ed ecco il botto, a fine mercato, dell'acquisto del brasiliano Grafite, 28 anni, cannoniere del Le Mans in Francia, costato 8 milioni di euro. Prima di lui erano arrivati (considerando anche i contratti sottoscritti durante la 'finestra' di gennaio) ben sedici giocatori, oltre al nuovo allenatore Felix Magath per un investimento complessivo di quasi 30 milioni, un'enormità per un club finora sempre di seconda fascia in Bundesliga.
Il (finora) piccolo Wolfsburg interpreta a meraviglia il nuovo spirito del calcio tedesco: ottimista, entusiasta, rampante. Per la prima volta le diciotto squadre del campionato hanno superato la soglia dei 200 milioni spesi per rinnovarsi, battendo di gran lunga i 147 milioni in uscita nell'estate del 2000. E non è solo la conseguenza del fattore Bayern, che ha generato 70 milioni di investimenti, 26 dei quali legati all'affare più ricco della storia tedesca come l'acquisto dall'Olympic Marsiglia del francese Ribery. Nel piccolo hanno fatto la loro parte anche il Werder Brema che, perso Klose, ha messo sul tavolo 15 milioni per prendere Carlos Alberto e Sanogo, lo Stoccarda (10,8 milioni) e lo Schalke (10,5).
L'onda lunga dell'effetto-mondiale, in Germania, non si è ancora fermata: stadi pienissimi, merchandising in crescita esponenziale, tv che guarda con crescente interesse al fenomeno calcio, anche a quello minore. Ed ecco spuntare nuove idee, come la fine, per le prime due divisioni, della storica pausa invernale tra Natale ed inizio febbraio (da adottare, possibilmente, tra un paio di stagioni) seguendo il modello inglese, che propone anzi molto calcio durante le festività di fine d'anno. E decolla ufficialmente un vecchio progetto: la nascita di un campionato di serie C a girone unico e professionistico, al posto dei due raggruppamenti dilettantistici della Regionalliga. E con la promessa di una copertura televisiva a livello nazionale.