"OCCHI PUNTATI SU..." Giampaolo Pazzini, il tabù europeo e l'ombra di Toni

25.04.2008 14:30 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi per FV

Avremmo voluto titolare “Occhi puntati su…”, gli orfani di Luca Toni. Il sapore vagamente provocatorio (forse troppo) era evidente come, ahimè, è stata evidente e a tratti imbarazzante la pochezza e l’impalpabilità dell’attacco viola all’Ibrox Park. Lo ammettiamo candidamente: Giampaolo Pazzini è uno dei giocatori che più ci mette in difficoltà ogni volta che lo dobbiamo giudicare e crediamo questo aspetto sia stato colto dai nostri attenti lettori. Avrete notato, infatti, la differenza di voto e considerazioni che passa di volta in volta nell’esprimere un giudizio sul talento di Pescia. Questo certo non ci gratifica come cronisti, assegnandoci forse l’etichetta di eterni indecisi o ancor peggio di banderuole esposte al vento dell’incoerenza. Ma chiediamo: come non cadere nell’equivoco con Giampaolo? Una volta è meritevole di peana e panegirici per una prestazione maiuscola, tutta grinta e determinazione, magari accompagnata da quel golletto che per una prima (!) punta non guasta mai. Un’altra lo vedi lottare, certo con impegno e dedizione, ma regolarmente fagocitato dalla prestanza fisica degli avversari risultando più un centrocampista aggiunto (la sua indole lo porta spesso ad arretrare per cercare palloni giocabili) che un attaccante in grado di far male alla difesa avversaria. E in più ci regala (altra provocazione) quella sensazione d’impotenza e sterilità per lunghi tratti avvertita anche contro i Rangers ieri sera.

 

Beninteso, Pazzini è un giocatore di calcio, vero, tecnicamente formidabile e dotato di un eccellente anticipo di testa, ma l’espressione somatica è quella del bravo ragazzo che quando il gioco si fa duro, non riesce ad indurirsi nel modo adeguato. Questa carenza, ormai crediamo endemica, si manifesta ancor di più in Europa dove Pazzini è ancora alla ricerca del suo primo gol. E se in campionato quei nove gol realizzati senza rigori e punizioni possono essere un bottino accettabile, lo zero in casella nella coppa Uefa è un dato difficile da buttar giù. Esempio pratico: la Fiorentina, ieri sera, ha esercitato il possesso palla per il 61% lasciando agli avversari le briciole del 39%. Numeri sorprendenti soprattutto se consideriamo che i viola giocavano in trasferta davanti ad un pubblico da tutti riconosciuto il vero dodicesimo uomo in campo. Al 90’ però, il risultato è stato di 0-0 e lo score personale del “Pazzo” recita zero per le conclusioni in porta. Certo Pazzini non è da solo là davanti, (o quantomeno non dovrebbe esserlo). E' sembrato in ombra persino Mutu e Santana sta ormai diventando un oggetto misterioso. Fatti i debiti scongiuri la stagione prossima serviranno più centimetri e più chili là davanti per affrontare la Champions League dove i difensori la mettono sul fisico ed è proprio questo il campo meno ambito da Pazzini.

 

Chiudiamo con un ultima annotazione. Respingiamo con forza la tesi di chi dice che Pazzini, spesso, non beneficia di palloni giocabili. Ammesso e non concesso che questo sia vero, è opinione comune fra gli addetti ai lavori che, specialmente se giochi con un 4-3-3 o con un 4-2-3-1 mascherato, occorre la presenza di un attaccante che faccia reparto da solo. Tradotto in soldoni significa avere un centravanti che non aspetta le giocate dei compagni (la scusa ufficiale è, infatti, “ma quanti palloni giocabili gli ha fornito la squadra?") ma che stimola e detta con il suo movimento le rifiniture e le verticalizzazioni dei centrocampisti, in particolar modo per la Fiorentina Liverani, maestro in questa specialità. L’attaccante che fa reparto da solo sopperisce alla giornata storta di tutta la squadra inventandosi il gol della vittoria senza bisogno di schemi, apprezzabili ma fallabili, badando al sodo senza tanti fronzoli. Ecco, una volta di più abbiamo avuto l’impressione che Pazzini sia tutto meno che una punta che fa reparto da solo. Anzi andiamo oltre: Pazzini è tutto meno che una prima punta. Urge affiancargli un altro attaccante di peso, magari anche più esperto, che gli consenta quel lavoro di raccordo fra le linee fra attacco e centrocampo nel quale è inarrivabile. Fiducia comunque a Giampaolo che resta una parte integrante del futuro della Fiorentina e speriamo che il suo battesimo europeo con gol sia solo rimandato di 7 giorni.