MERCATO? C’E’ L’AUTOFINANZIAMENTO. POCA ROBA, SOLO SE PARTE MAXI OLIVERA E SE CAPITA L’OCCASIONE. PIOLI E’ CONTENTO DELLA SQUADRA CHE HA. HAGI, UN PASTICCIO: ATTENTI A COUTINHO. VIA AI GIOVANI
Cominciano a girare molti nomi attorno alla Fiorentina, soprattutto arrivano voci dal mercato francese. Un terzino, un centrocampista vice Badelj, un esterno e altra roba. Non dico che non servirebbero, se sono buoni ben vengano, ma il problema è un altro. Quando si parla di mercato non si può non partire da una semplice, ma fondamentale constatazione: la Fiorentina è in autogestione.
Cosa potrà fare una dirigenza alla quale la proprietà da qualche mese ha detto e ribadito anche di recente: "Arrangiatevi, noi non tiriamo più fuori un euro"?
Questo è l’interrogativo degli interrogativi. Già, cosa potrà fare Corvino?
Tanto per fare due conti della serva, non certo al centesimo, la campagna cessioni ha fruttato circa 110 milioni di euro. Ne sono stati spesi circa 75 e non torno al come sono stati spesi, già detto e ridetto. Comunque sono stati spesi. Restano in cassa una quarantina di milioni con i quali i manager viola devono e dovranno mandare avanti la baracca fino a giugno, che vuol dire pagare gli stipendi ai giocatori e ai dipendenti e gestire l’ordinaria amministrazione.
E’ vero che ci sono anche altri introiti vari come abbonamenti, sponsor, biglietti, diritti tv, annessi e connessi, ma è altrettanto vero che per riscattare Pezzella, Saponara, Sportiello, Biraghi e altri residui, a giugno serviranno altri venti milioni e più. Morale? L’impressione è che i Della Valle abbiano detto a Corvino di non spendere in questa sessione di mercato, a meno che non capiti qualche situazione particolare o che non spunti l’occasionissima. E a volte nel mercato può succedere.
In sostanza, Corvino deve fare un mercato creativo. Seguire gli eventuali scontenti di altre squadre, proporre degli scambi con giocatori che giocano poco (Cristoforo, Sanchez) oppure recuperare qualche milioncino da Maxi Olivera (pagato 4) per rispenderlo subito. Se poi c’è qualche elemento che piace particolarmente e sul quale si può arrivare, si cercherà di proporre un prestito con obbligo di riscatto per gravare sul bilancio futuro. Detto questo, per quanto mi riguarda, aumentano ancora di più i rimpianti per il mercato dell’estate scorsa quando i soldi c’erano e non sono stati spesi benissimo, soprattutto partendo tardi e con poche idee.
Oggi che Pioli sta facendo un ottimo lavoro, la squadra è cresciuta e questo ha aiutato tutti, ma resta evidente come ci siano dei ruoli coperti male, altri scoperti e una panchina con poche soluzioni. Questa squadra andrà migliorata, andranno immessi altri tre-quattro giocatori di livello da aggiungere ai vari Chiesa (se resta), Simeone, Pezzella, Veretout, Astori e Benassi, ma, tutto sommato, è meglio farlo in estate quando ci sarà più tempo e aumenteranno le soluzioni. Soprattutto se ci sarà un budget consistente qualora dovesse andar via Chiesa per 60 milioni, come è assai probabile.
Ultima considerazione che induce a non fare mosse particolari: Pioli è contento di questo gruppo. E’ stato bravo a motivare, ha trovato ragazzi umili e con tanta voglia, ora c’è un equilibrio che regge e con il quale si coprono le magagne di un organico tutto sommato modesto. Inutile prendere giocatori che valgono quelli già in rosa, cambiare per cambiare non serve. E poi c’è sempre la speranza di vedere crescere Saponara e di inserire Eysseric, questo pensa ancora Pioli.
Facendo dei nomi, però, se Olivera dovesse davvero accettare il Cagliari, servirà una alternativa a Biraghi. Se Corvino non dovesse riuscire a convincere Badelj a restare (sta facendo l’ultimo tentativo), cercare un regista non sarebbe male. Ma le altre strategie le lascerei per giugno.
Nel frattempo sta scoppiando il caso Hagi. Il ragazzino, è del 1998, si sente emarginato, ormai stabilmente relegato in Primavera. Non erano queste le ambizioni e neppure le speranze sue e di suo padre Gheorghe che è furibondo. Il ragazzo è tornato in Romania e minaccia di non tornare a Firenze. Un pasticcio che si doveva e si poteva evitare. Ho visto Hagi giocare, fra l’altro con Antognoni, ancora prima del suo arrivo a Firenze e le qualità non si discutono. Non so come sia cresciuto, ma Sousa andando via aveva detto: "Dopo Chiesa vi lascio un altro ragazzino pronto", cioè Hagi. Non è così?
Non lo so, comunque un talento pagato non poco (più di 1,5 milioni), andava gestito in modo diverso. Perché prendere Lo Faso che gli assomiglia e ha la stessa età? Perché non cercare per Hagi un prestito in una squadra amica, magari in B, dove c’è un buon allenatore? Come si sta concludendo questa vicenda mi piace poco. Sarà mica che Hagi, preso da Pradè e Macia, non sia gradito a Corvino? Non lo so, nel calcio ci sta tutto, comunque attenti a non ripetere la beffa-Coutinho che l’Inter ha svenduto e poi avete visto cosa ha fruttato al Liverpool.
Comunque mi chiedo, ma cosa li compra a fare la Fiorentina tutti questi ragazzi attorno ai venti anni (quindi non più bambini) pagandoli non poco, se poi non vengono testati, provati e fatti crescere giocando? Il rischio di perderli è concreto. Oltre a Hagi in rosa ci sono Lo Faso, Zekhnini e anche altri. A vent’anni o cominci a giocare, sei nel giro, o è meglio andare in prestito per capire chi sei realmente.
Credo che la società debba chiedere a Pioli nei prossimi mesi anche una completa analisi dei ragazzi a disposizione e ci metto dentro pure Sottil e Gori, per non parlare del portiere Cerofolini e di Diakhaté che forse ha bisogno di andare oltre la Primavera per una valutazione. Tornando a Cerofolini se davvero è così forte come dicono diversi addetti ai lavori, visto che Donnarumma gioca stabilmente nel Milan ed è un ’99, tanto per dirne uno, andrebbe fatto giocare e magari si risparmia sul riscatto di Sportiello. Tanto più che in coppa Italia anche Dragowski è sembrato sicuro.
Insomma, la politica dei giovani è giusta, ma a volte bisogna anche avere il coraggio di forzare le situazioni. E qui torno a Sousa, lui con Chiesa il coraggio l’ha avuto. Questa è la strada, altrimenti è difficile vincere le tante (troppe?) scommesse che Corvino continua a fare e proporre.