CORVINO IN BILICO: ECCO I NUMERI UFFICIALI CHE INCHIODANO I SUOI MERCATI. DDV METTE TUTTI SOTTO ESAME, DECISIVI I PROSSIMI DUE MESI. ANCHE DA PIOLI CI SI ASPETTA DI PIÙ. PIACE ODDO. IL CASO PICCINI. HAGI, ALTRE POLEMICHE

13.02.2018 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
CORVINO IN BILICO: ECCO I NUMERI UFFICIALI CHE INCHIODANO I SUOI MERCATI. DDV METTE TUTTI SOTTO ESAME, DECISIVI I PROSSIMI DUE MESI. ANCHE DA PIOLI CI SI ASPETTA DI PIÙ. PIACE ODDO. IL CASO PICCINI. HAGI, ALTRE POLEMICHE

Non si può neppure applaudire alla prestazione contro la Juventus che impietosi arrivano i numeri a spingere sempre più questa stagione nell’accettabile limbo della mediocrità. Proprio quei numeri che tante volte Corvino ha sbandierato per dimostrare la bontà della sua gestione si rivelano invece un autentico boomerang. A dirlo è il Cies, un osservatorio internazionale del calcio, che ha fatto i conti in tasca a tutte le squadre d’Europa. In sostanza ha calcolato quanto è costato mettere in piedi ciascuna formazione, acquisti, ingaggi e il resto, e la Fiorentina si ritrova al quarantesimo posto della graduatoria. 

La squadra viola, tutto compreso, è costata 107 milioni di euro. Tanto? Poco? Il dato in sé dice niente se non lo confronti con le altre squadre. La Lazio, ad esempio, è costata 133 milioni, non moltissimi di più, ma in classifica ha ben quindici punti in più, in piena corsa Champions. La Samp, squadra ampiamente rifatta, è costata 114 milioni, soltanto sette milioni in più. Ma in classifica è davanti di nuove lunghezze, in zona Europa League. 

Il raffronto diventa impietoso se si guarda all’Atalanta che è costata 51 milioni e oltre ad essere davanti in classifica di sei punti, ha vinto il girone di Europa League e si appresta a vendere altri gioielli. Vogliamo parlare anche del Toro, avanti di cinque punti? E’ costato 94 milioni. 

Chiudo con l’Udinese, decina in classifica che ha speso 55 milioni. Morale: la Fiorentina in classifica è dietro squadre che sono costate la metà. E questo perché? 

Per la modestia di una rosa formata da troppi giocatori di livello medio-basso con pochi elementi da Fiorentina.

Questi, ma anche altri dati, non sono certamente sfuggiti all’attenzione di DDV e dei suoi manager che magari capiscono poco di calcio, ma i conti li sanno fare benissimo. E se è vero che le cessioni hanno fruttato 110 milioni, è anche vero che vendere giocatori come Bernardeschi, Vecino con la clausola, Kalinic e compagnia non è stata un’impresa geniale. Sono stati venduti più o meno al loro valore del momento, mentre i giocatori acquistati sono stati pagati mediamente troppo. Soprattutto è ormai chiaro che per riallestire una Fiorentina in grado di correre per l’Europa saranno necessari altri investimenti pesanti l’estate prossima, serviranno almeno 4-5 giocatori forti. Come si vede, da qualunque parti la rigiri, la coperta è corta come avevamo intuito e stiamo scrivendo da mesi. 

Servono altri numeri? Dopo 24 giornate la Fiorentina è a meno nove punti rispetto all’anno scorso, stagione già tribolatissima culminata con l’esclusione dall’Europa League dopo quattro anni. Soltanto il Chievo, rispetto all’anno scorso, è riuscito a fare peggio. 

Come vi avevamo già scritto, tutti sono sotto esame. Questa doveva essere una stagione di passaggio, ma nessuno se la sarebbe immaginata così. Soprattutto la proprietà. E Ddv prima o poi ti presenta il conto.

I motivi sono sostanzialmente due, il primo economico-sportivo, così in basso non è da Fiorentina, ma quello più importante è politico-ambientale. Se i Della Valle vogliono riaprire un discorso con Firenze e la tifoseria, è chiaro che va bene il centro sportivo per i giovani, va bene lo stadio, ma tutto passa attraverso i risultati sul campo. Senza una squadra adeguata hai voglia di fare promesse e progetti. E questa squadra non è adeguata. 

A fronte di un Milenkovic o di un Veretout, che per altro sono stati pagati cinque e otto milioni, quasi tutti i giocatori hanno controindicazioni. Anche Pezzella è buono, ma costerà dieci milioni e non i 2,5 pagati dal Toro per l’altrettanto ottimo N'koulu. 

Ci sono troppe situazioni che non tornano. Ma qualcuno mi spiega Gil Dias? E’ in prestito. La Fiorentina sta valorizzando un giovane di un’altra società e per riscattarlo serviranno ben 20 milioni. Dico venti. Quando mai? E allora tanto varrebbe far giocare qualche giovane per vedere se ha stoffa. Almeno valorizzi i tuoi, tipo Sottil. Oppure l’ex Hagi. Ritorno su Hagi perché dalla Romania è rimbalzata una non simpatica dichiarazione di Corvino. Il Dg viola avrebbe detto (e se non l’ha detto smentisca) che la cessione di Hagi non è colpa sua ma dell’allenatore. Uno scaricabarile inaccettabile perché per un ragazzo del 1998, un talento puro, la società deve comunque avere l’ultima parola, lo può andare in prestito, lo poteva tutelare. Gli allenatori passano, i giovani restano. Ne dico un’altra. Ma che senso ha l’aver preso in Portogallo Bruno Gaspar a quattro milioni quando potevi riscattare Piccini che in Portogallo gioca e che lo Sporting sta valutando venti milioni dopo una stagione strepitosa?

Dico tutte queste cose e le sto scrivendo da mesi perché la Fiorentina con gli stessi investimenti, avrebbe tutto per essere una piazza dorata, un mondo ideale per fare calcio. Con questi straordinari tifosi, con la passione, con il cuore. E invece da due anni s’è sbagliato praticamente tutto. A queste cifre andranno aggiunti i riscatti del giugno prossimo, quasi 25 milioni, tra i quali i quasi dieci all’Empoli per Saponara che non sembra un altro grande affare.

Pensate che tutto questo Ddv non lo sappia? Non è un caso il suo riavvicinamento, ha deciso di vederci più chiaro dopo lo schiaffo con il Verona. Vuole rilanciare, ma lo farà soltanto su basi solide. E’ evidente come la posizione di Corvino sia difficile, la squadra l’ha fatta lui. Ma anche Pioli non esalta nessuno. Aziendalista, signore, bravissima persona, ma forse troppo normale per una piazza che ama un po’ di genio e un po’ di coraggio. 

Nessuna decisione è ancora stata presa, le prossime partite saranno fondamentali per capire. Se dovesse continuare questo trend negativo è chiaro che una rivoluzione sarebbe inevitabile, se invece la squadra dovesse tenere un rendimento simile a quello visto con la Juve e rientrare in lotta per l’Europa League il discorso potrebbe cambiare. Fra gli allenatori piace di sicuro Oddo, ma il tutto è legato alla posizione di Corvino.  

Come si vede, giorni fondamentali. Il calendario potrebbe dare una mano, domenica l’Atalanta arriva dalla terribile trasferta di Dortmund con il Borussia, poi ci saranno avversari sulla carta facili. Se questa squadra vuole smentire tutto e tutti e rilanciarsi, l’occasione va presa al volo.