FIORENTINA A SECCO CONTRO LE GRANDI, Un tabù da sfatare
Un tempo (nemmeno poi così lontano) c'era il "mal di trasferta"; un male oscuro, andato avanti per almeno due stagioni, e poi finalmente sconfitto, all'inizio di questo campionato, grazie alle vittorie ottenute su campi tradizionalmente ostici come Livorno e Roma, sponda biancoceleste. C'è un'altra sindome, però, che continua ad affliggere la Fiorentina: quella di alta quota. Con le cosiddette "grandi" i Viola non hanno quasi mai sfigurato, ma i punti ottenuti finora sono veramente pochi. Tre, per l'esattezza, in cinque partite: uno, strameritato, a San Siro contro il Milan, due, sudatissimi, al "Franchi" contro Juventus e Roma; poi il digiuno assoluto, frutto di due sconfitte interne, la prima, sempre nel girone di andata, con la capolista Inter, la seconda, e siamo già al girone di ritorno, col Milan. E pensare che in passato la Fiorentina era spesso considerata come una delle "ammazzagrandi" per eccellenza del campionato. E invece, proprio ora che le gare contro le "regine" della Serie A sono divenute, almeno in tre casi su quattro, degli scontri diretti fondamentali per centrare l'obiettivo Champions, la Fiorentina appare quasi stregata dal confronto con queste compagini. La partita contro la Roma, che attende i Viola domani, può e deve essere l'occasione per sfatare questo tabù. Tutto si può dire della squadra viola tranne che le manchi il carattere. E, almeno finora, nemmeno un pizzico di fortuna.
Due settimane fa, dopo il rocambolesco pareggio di Bergamo, il prezioso quarto posto in classifica sembrava ormai perso; poi due "stecche" del Milan e la vittoria col Catania hanno mantenuto i Viola in corsa. Ci si domanda a questo punto se la Fiorentina debba guardarsi indietro o guardare in avanti, cioè se cercare di difendere coi denti l'esiguo vantaggio sui rossoneri o puntare proprio l'avversario di turno, la Roma, che fino a qualche settimana fa sembrava lontanissima ed ora, invece, dopo una serie di risultati non certo esaltanti, potrebbe venire risucchiata nella lotta per accedere all'Europa che conta. In entrambi i casi il risultato dell'Olimpico potrebbe essere determinante, perché domenica sera i Viola potrebbero trovarsi irrimediabilmente distaccati dai giallorossi e raggiunti dal Milan o, viceversa, sempre quarti in solitaria e con i capitolini nel mirino. Le due squadre arrivano a questo appuntamento in situazioni in un certo senso simili; entrambe con diversi giocatori acciaccati ma tutte e due gasate dai recenti successi ottenuti in Coppa. All'andata si parlò di una sfida nella sfida, quella tra Totti e Mutu. Stavolta la presenza del capitano giallorosso è ancora incerta, mentre il rumeno sta attraversando un periodo strano, caratterizzato da prestazioni opache ma da una straordinaria vena realizzativa. E allora a decidere le sorti dell'incontro potrebbe essere la sfida tra due fuoriclasse della panchina, ovvero Cesare Prandelli e Luciano Spalletti. Tra le varie doti dei due tecnici vi è proprio quella di riuscire sempre a fare di necessità virtù, che tradotto in soldoni significa riuscire a mettere in campo sempre formazioni all'altezza anche quando l'infermeria è piena. E chissà che non sia proprio il mago di Orz l'uomo capace di sfatare il tabù che impedisce da troppo tempo ai viola di superare a pieni voti questo benedetto esame di maturità.