SABIRI, I dubbi (tattici e non solo) sull'investimento viola
Tra i tanti giocatori di casa Sampdoria che non vedono l’ora finisca questa stagione da horror, ce n’è forse uno che vorrebbe schiacciare sul tasto “avanti-veloce” fino a giugno: è Abdellhamid Sabiri, numero undici dei blucerchiati ancora per qualche mese, prima che a fine stagione si concretizzi il suo passaggio alla Fiorentina. Promesso sposo viola per la prossima estate, a gennaio Pradé e soci hanno anticipato l’operazione, acquistando il trequartista marocchino per 2,2 milioni e lasciandolo in prestito per altri sei mesi in Liguria.
Anche a causa della drammatica situazione finanziaria della Samp, la Fiorentina ha preso a prezzo di saldo un giocatore che, l’anno scorso, al suo primo approccio con la Serie A, aveva stupito tutti per qualità tecniche e skillset. Da giugno Vincenzo Italiano potrà quindi contare su un calciatore tecnicamente sublime ma che nel suo soggiorno a Genova ha mostrato limiti caratteriali e tattici. La domanda che alcuni tifosi viola si stanno già facendo è quindi: come valorizzare al meglio il centrocampista marocchino?
L’infatuazione dei dirigenti della Fiorentina per Sabiri scatta a maggio scorso, quando in un Sampdoria-Fiorentina di fine campionato il marocchino mette a ferro e fuoco la difesa gigliata: era la Sampdoria di Marco Giampaolo, che in quell’incrocio annichilisce la squadra di Italiano con un 4-1 in cui il numero undici mette a referto un gol, due assist ed una serie di giocate che non rientrano nel tabellino ma fanno scoccare la scintilla tra Commisso ed il talento di Goulmima. Quella contro i viola del 16 maggio 2022 è probabilmente la miglior partita di Sabiri in Serie A: in quella gara il classe ‘96 sulla carta parte da esterno alto nel 4-1-4-1 di Giampaolo, ma di fatto finisce a svariare su tutto il fronte d’attacco doriano.
Il miglior Sabiri si è visto infatti quando i tecnici che si sono trovati a maneggiare il controverso talento marocchino gli hanno dato carta bianca per imprimere allo spartito della squadra quanto e quando volesse. Ne sà qualcosa Andrea Sottil, tecnico dell’Udinese che, ai tempi di Ascoli, forse meglio di tutti ha saputo usare le qualità di Sabiri: “ Con noi ad Ascoli si sposava benissimo nel mio 4-3-1-2. Collocarlo tatticamente non è facile. Non è una mezzala pura, né un esterno. Messo alle spalle di una o due punte penso che renda al meglio”.
Sabiri è l’archetipo del fantasista che non c’è più: spesso indolente in fase difensiva, accecante in alcune giocate a partita, il marocchino finora in carriera ha litigato con la continuità. La Sampdoria versione 2022/23 è un contesto altamente disfunzionale e Sabiri è stato risucchiato da diverso tempo nel buco nero dei problemi dei blucerchiati: il trequartista è ai ferri corti con Dejan Stankovic, col punto di rottura che si è registrato a inizio marzo, quando in un Sampdoria-Salernitana terminato 0-0 il tecnico di casa lo ha richiamato in panchina a metà primo tempo dopo mezz’ora scarsa di vagabondaggio in campo. Le dichiarazioni di Stankovic a fine partita (“Dovete chiedere a Sabiri cosa è successo non a me”) e l’onda anomala di fischi con cui il Ferraris ha salutato la sua prematura uscita dal campo sono state fratture che tutt’ora non sono state rimarginate. Da allora Sabiri ha collezionato solo panchine e tribune ed in questa stagione in generale ha messo a referto solamente due reti (l’unico su azione risale a settembre 2022) e 2 assist.
Più della complessità tattica del giocatore, rimane forse il lato caratteriale l’ombra più forte sul futuro di Sabiri a Firenze: perché se -interpretando le parole di Sottil Sr- il marocchino può trovare nel nuovo 4-2-3-1 ibrido di Vincenzo Italiano l’habitat naturale come trequartista di manovra, le maggiori valutazioni andranno fatte su che Sabiri eredita la Fiorentina dopo un anno di controversie e delusioni in maglia Samp.