NOSTALGIA RONCAGLIA
Il miglior attacco è la difesa. O meglio, era. Il primo campanello d'allarme che in casa viola sta continuando a suonare con insistenza è proprio quello relativo alla fase arretrata, dove in queste prime giornate si è verificata una clamorosa metamorfosi rispetto alla primissima parte di stagione. I motivi di tale trasformazione riguardano principalmente due aspetti: il mancato apporto in zona-gol (dove, se si esclude la pseudo-rete di Rodriguez, conciliata anche dalla sfortunata deviazione di Brkic in Udinese-Fiorentina, la difesa ha latitato e non poco) e un equilibrio vacillante, che negli ultimi 300' (contando, ovviamente, i supplementari dello sfortunato match di ieri) ha portato a vistose indecisioni. A ciò si aggiunga anche il costante interrogativo tra i pali legato al portiere, un ruolo fondamentale per la sicurezza dell'intero reparto arretrato ma recentemente posto a lungo sotto inchiesta: non certo un fattore di tranquillità per Gonzalo e co.
L'ultimo ''caso'' in Fiorentina, poi, è quello legato alla seconda esclusione consecutiva di Facundo Roncaglia, una scelta tecnica dovuta - probabilmente - al fatto che l'argentino palesa ancora un'evidente irruenza nei contrasti con gli avversari. Pesa inoltre ancora come un macigno, per l'ex Boca, il gol del 2-0 subito a tempo scaduto contro il Pescara, un errore che ha convinto Montella a far retrocedere momentaneamente Facundo all'interno delle gerarchie difensive ma che, per contrappasso, non ha premiato le prestazioni dell'inedita linea difensiva composta da Savic, Rodriguez e Tomovic. Ed il campanello d'allarme continua a suonare.