MANUEL PASQUAL, STORIA DI UN GIOCATORE SCOMPARSO

08.05.2008 03:02 di  Andrea Capretti   vedi letture

Minuto 23’ cross di Pasqual dalla sinistra e stacco perfetto di Pazzini che mette in rete di testa. Era il 6 aprile 2008, l’unico vero lampo di una stagione maledetta, l’unico momento in cui in tanti hanno detto è tornato. Invece l’anonimato si è di nuovo inghiottito Manuel Pasqual da San Donà di Piave portandolo nel punto più basso della sua carriera in maglia viola, quello di domenica scorsa a Cagliari. Neanche mezz’ora di gara per rimediare un cartellino giallo e una sostituzione dettata dalla straripante superiorità di Cossu capace letteralmente di farlo ammattire. Squalificato contro il Parma, Pasqual avrà soltanto (ed in ogni caso non sarebbe sufficiente) solo l’ultima di campionato contro il Torino per migliorare il suo bilancio stagionale e rilanciare la speranza che la stagione che verrà lo vedrà di nuovo protagonista. Sono passati tre anni da quando la serie B con l’Arezzo lo consacrò come una delle promesse della cadetteria, la Fiorentina gli mette gli occhi addosso e ne acquista metà cartellino. Velocità, scatto e un sinistro vellutato che nel giro di breve lo rendono l’ottima alternativa al partente Giorgio Chiellini. Firenze accoglie il suo terzino elegante, pungente e pronto a diventare l’arma in più di una squadra che molto deve ai 31 gol di Luca Toni ma anche ai tantissimi assist stagionali dello stesso Pasqual. Nel consueto, scarno, panorama italiano dei terzini sinistri, Pasqual brilla rapidamente di luce propria, la considerazione cresce tanto che il viola in un paio di occasioni finisce per trasformarsi nell’azzurro della Nazionale. Prandelli non rinuncia più alla sua soluzione aggiuntiva per l’attacco e l’anno seguente si riparte da quello scorrazzare per la corsia mancina. Il problema è il cambiamento del ‘vicino’ di casa, di chi agisce davanti a Pasqual: non più l’attento e diligente Jorgensen ma il genio di Adrian Mutu, il fenomeno che però si preoccupa solo della difficile arte di fare gol. Le scorribande diminuiscono, in parte anche il numero di cross e traversoni, ma è l’occasione buona per crescere, il ragazzo lavora molto e integra il suo bagaglio tecnico.

Adesso è un terzino vero, fronteggia l’avversario senza paura, ha dalla sua anche una buona capacità difensiva. Terza ed attuale stagione, dei quattro difensori in linea si riparte sempre da lì per Cesare Prandelli, da quel mancino a cui vorrebbe affidare anche i calci piazzati della squadra. Il calo però è evidente sin da subito, l’assetto tattico con i tre attaccanti peggiora la situazione a Pasqual sembra non riuscire più niente. La fase offensiva è limitata, i cross pochi e imprecisi, sulla retroguardia non sempre si può parlare di garanzia. La trappola del timore psicologico è scattata, scivolano via le certezze, gli applausi e il sogno appena sfiorato della Nazionale. Calo fisico, calo mentale, Pasqual non è più quello degli esordi, ma neanche quello dell’ultima stagione: è diventato insicuro tanto da rischiare un autogol da primato (autopalo contro il Milan) e ammettere che il momento non è dei migliori sotto tutti i punti di vista. Sincerità ed umiltà non bastano, Gobbi, onesto lavoratore della mediana, è l’alternativa mancina in squadra. Malgrado presto migri a Palermo Balzaretti, il concorrente di mercato; Gobbi il centrocampista che fu è a suo agio nella nuova veste e la soluzione d’emergenza diventa routine. Pasqual colleziona panchine ed esclusioni pesanti, non è più solo una questione di forma, le gerarchie sono invertite e il ruolo da intoccabile è perso. Finisce così con quella affannosa rincorsa su Cossu, di cui detto sopra, e il tifo che si riempie di domande su quanto ci vorrà per tornare ai fasti di un tempo. Giocatore con potenzialità da ritrovare, o exploit circoscritto nell’arco di due campionati prima di accorgersi di non tenere più il passo? Il dibattito è aperto e - strade del mercato permettendo – la risposta non può aspettare un’altra lunga stagione.