FIORENTINA, Un mercato molto "italiano"

13.07.2009 00:00 di  Marco Conterio   vedi letture
FIORENTINA, Un mercato molto "italiano"
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Low cost. E' la nuova moda del mercato italiano estate 2009. Dove in business class viaggiano in pochi: la Juventus, che con Felipe Melo e Diego ha speso cinquanta milioni cinquanta. Il Napoli, che tra De Sanctis, Zuniga, Campagnaro, Cigarini e Quagliarella ha spremuto il portafogli di De Laurentiis. E l'Inter che, nonostante le Moudeste rotte europee imposte dallo Special One, ha tirato fuori quaranta milioni tra Milito e Thiago Motta, Deco e Carvalho attendendo. Poi il baratro, linea di confine netta e distinta tra chi può e chi non può. Restiamo alle big: il Milan ha fatto cassa, e che cassa, con la cessione galattica di Kakà. Dentro Thiago Silva, ma è un colpo fatto e messo in cassaforte da gennaio e Onyewu, zero euro, dagli States con furore e tanto fisico da vendere. La Roma, in bilico tra cessioni, smentite e banche che battono cassa, si è limitata a riscattare Motta e presto farà partire uno dei pezzi migliori. Il Genoa ha sì speso, vedi gli undici milioni per Floccari, ma ha incassato altrettanto. Ottenendo, per giunta, oltre allo svincolato Crespo, anche contropartite delux come Meggiorini e Acquafresca, girati subito a Bari e Atalanta per rinvigorire ancor di più le casse di Preziosi. Da non dimenticare anche gli innesti di Kharja e Tomovic.

L'Atalanta, detto di Acquafresca, ha speso tre milioni e mezzo, direzione Lecce, per Tiribocchi e Caserta, più i cinque per Barreto. Dentro, però, ventidue milioni da Floccari e Cigarini. Il Bari è un cantiere, dove la manovalanza arriva oggi in prestito, vedi Ranocchia, Bonucci, Meggiorini, o in comproprietà, come Langella. Il Bologna versione quasi-Moggi, ha portato a casa due onesti mestieranti quali Guana e Tedesco, puntellando i pali con Viviano, tre milioni e mezzo per la metà del Brescia. Il Cagliari ha incassato zero e speso il giusto, ma sistemato attacco (ancora parzialmente) e centrocampo con Nenè dal Nacional de Madeira e Dessena dalla Sampdoria. Il Catania ha portato in Sicilia un talento come il difensore Bellusci dall'Ascoli, l'argentino Barrientos dall'Fc Mosca e Delvecchio dalla Samp, liberandosi di pesanti fardelli, economici in primis, come Spinesi, Stovini e Baiocco. Il Chievo è ancora alla finestra, in attesa dello scambio double con il Torino, Italiano e Bentivoglio via, Saumel e Zanetti dentro. La Lazio deve sfolitre la rosa di quaranta unità circa, dopo aver speso venti milioni per Zarate. Il Livorno non riesce a dare l'affondo giusto per Lucarelli, intanto ha sistemato l'undici con Knezevic, Raimondi e Pieri, mettendo a segno allo stesso tempo due colpi fondamentali: confermare Tavano e Diamanti. A Palermo è arrivato il Kakà d'Argentina, il trequartista dell'Huracan Pastore, sempre dalla terra albiceleste è approdato in rosanero, tre milioni e mezzo circa al Banfield, il centrocampista Bertolo. Gioventù e scommesse a Parma: arrivano Galloppa dal Siena, Dellafiore dal Torino, Cordova dal Grosseto ed il difensore Fontanello dal Tigre. La Sampdoria, alla disperata ricerca di uno-due difensori, ha lasciato partire Campagnaro e da Napoli ha fatto arrivare Mannini, confermando però due pezzi da novanta e lode come Cassano e Palombo. Il Siena, via Kharja, Zuniga e Galloppa, migliori tre della stagione ormai agli archivi, ha preso Genevier dal Pisa, Reginaldo e Parravicini dal Parma, Fini dal Cagliari e Paolucci dalla Juventus, quest'ultimo pagato tre milioni e mezzo per la metà del cartellino. L'Udinese, infine, ha mantenuto il suo solito range: dentro talenti semi-sconosciuti, quali Caruso del Godoy Cruz, Alemao del Santos e Orellana dell'Audax Italiano, oltre a Corradi svincolato dalla Reggina, ha fatto partire Quagliarella direzione Napoli e, presto, Di Natale verso Parma.

E la Fiorentina? Natali dal Torino, Marchionni dalla Juventus dentro, Felipe Melo via, destinazione bianconera. Un po' poco, ancora. Visto, soprattutto, il trend del Belpaese, dove investono due squadre di livello superiore, come Inter e Juventus, ma dove altresì Roma e Milan cedono i pezzi migliori e non si rinforzano di conseguenza. Era l'anno migliore per investire, probabilmente, ma quei 25 milioni, o 21 che dir si voglia Marchionni incluso, finiranno tutti, presto, sul mercato. Anche perché il ritiro è alle porte, il preliminare di Champions non è poi così distante. Investire, subito, allora, tempo sette giorni. La business class dell'Europa è lì che aspetta.