FIORENTINA, Appuntamento con la storia
'Penso che un giorno così non ritorni mai più'. C'era una volta il grande classico musicale, c'è oggi invece una speranza tinta di viola. Che un giorno così ritorni ancora, nei quarti di finale. Perché la data è storica, perché 17 febbraio 2010 potrebbe entrare negli almanacchi e nei cuori dei tifosi della Fiorentina. Una cattedrale del calcio che mette i brividi, quasi più degli otto gradi sotto lo zero, attende Montolivo e compagni. L'Allianz Arena, che già un'ora e mezza prima del fischio d'inizio parte celebrando i suoi, che a pochi istanti dal via fa tremare orecchie e vibrare emozioni con nomi, musica e cognomi.
Gli undici di casa gigliata sono già stati scelti, con Prandelli in versione Mourinho: Frey, De Silvestri, Kroldrup, Felipe o Natali condizioni fisiche del brasiliano permettendo, Gobbi, Montolivo, Bolatti, Marchionni, Jovetic, Vargas, Gilardino. Tutti d'un fiato, tutti insieme. Perché i viola non vogliono andare in Germania solo per fare le comparse, solo per marchiare l'Europa ancora una volta con la parola 'italiano catenacciaro'. Una Fiorentina spavalda e sbarazzina, con seimila cuori viola sugli spalti dell'Allianz Arena pronti a sostenerla.
Il Bayern, intanto, fotocopierà l'undici meravigliao visto sabato sera con il Dortmund: il tirarigori Butt tra i pali, poi dieci nazionali titolari o prime riserve che dir si voglia. Come Lahm e Badstuber sugli out della retroguardia, senatore e giovane rampante dei teutonici, come Van Buyten e Demichelis al centro, corazzieri dal fisico imponente, dal piede delicato ma, talvolta, dalle pecche di presunzione in fase di ripartenza palla a terra. Sugli esterni fantasia e talento, con Ribery e Robben, al centro potenza e personalità con Schweinsteiger e Van Bommel. E poi davanti, la potenza di Mario Gomez insieme alla gioventù ed alla spensieratezza di Muller. Servirà una grande Fiorentina per superare il Monaco dei record. Come ad Anfield, magari, perché un giorno così, a volte, può anche ritornare.