ENIGMA PEPITO
Il precedente al Mapei Stadium sembrava preludere a una serata da protagonista, il gol in avvio di Borja Valero a una serata da assaporare e incorniciare per un gol in campionato che manca dal maggio 2014. Invece il ritorno di Giuseppe Rossi a Sassuolo è andato contro ogni previsione. O, almeno, contro ogni speranza. Sousa lo ha tolto dopo 10 minuti nel corso del secondo tempo, ma lo sguardo di "Pepito" appena rientrato in panchina la diceva lunga sulla consapevolezza dell'attuale condizione. Fisica e mentale.
Perchè il pari di ieri sera certifica un ritardo ancora evidente, ed è indubbio che lo stesso giocatore si sia reso conto che ancora è necessario attendere. Al tempo stesso, però, calandosi nella mentalità dello stesso Rossi, per ritrovare la migliore forma servirebbero partite intere da accumulare. Un'ipotesi, quest'ultima, che alla luce del rendimento mostrato ieri a Sassuolo sembra rendere la formazione di Sousa meno cinica e incisiva. Cosa sarebbe potuto accadere ieri, in altri termini, se il tecnico portoghese avesse scelto dall'inizio Kalinic o Babacar?
Messa così la questione appare assai complessa, e soprattutto senza vie d'uscite troppo immediate. Anche perchè pensare a una separazione nel mercato di gennaio (anche solo temporanea, magari con un prestito) a oggi è una scelta come minimo rischiosa. Un vero e proprio enigma. D'altronde, se al momento il recupero di Pepito assume i contorni di un'ulteriore problematica da superare, per la Fiorentina il talento di Giuseppe Rossi deve restare sempre e comunque più una risorsa che non un problema da risolvere.
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