"OCCHI PUNTATI SU..." Stevan Jovetic, il futuro dei viola riparte da lui
Nel calcio il gol è tutto. Guardate Keirrison: a Roma contro la Lazio giocò 45' minuti inguardabili, senza nerbo, senza convinzione e poi...un gol al 92' che gli valse peana e panegirici variegati. Ieri contro il Bayern, per certi versi, la storia si è ripetuta e stavolta il protagonista è stato Stevan Jovetic. Diciamolo subito: male il montenegrino nel primo tempo, male anche ad inizio ripresa, fino al 54', fino al gol del momentaneo 2-0. Non c'è niente da fare, la rete che si gonfia ha sempre il suo fascino ed il potere immenso di spostare i pensieri, le opinioni. Jo-Jo veniva da un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi per diversi mesi nei quali la Fiorentina ha sofferto parecchio anche perchè, in un colpo solo, aveva perso anche Mutu, falciato da dietro dalla sibutramina. Alla luce di tutto questo la doppietta contro i bavaresi acquista ancora più valore. Il capelluto attaccante viola ha raggiunto, con stasera, la 60° partita in maglia viola (coppe comprese), un numero corredato da 11 gol divisi tra i 6 di campionato (4 solo quest'anno) ed i 5 in Champions League. E attenzione, non è facile risultare decisivi nei momenti importanti. La storia del calcio è piena di personaggi tracimanti nelle amichevoli (magari anche di prestigio) ed impalpabili nelle partite che contavano.
Una sorta di Dottor Jackyll e Mr. Hide alla cui categoria Jovetic, di certo, non appartiene. Anzi... Ricordiamo la doppietta contro il Liverpool del 29 settembre 2009. Ma ancor di più, a nostro parere, il gol di fine agosto contro lo Sporting Lisbona in una partita dai nervi tesissimi con la Curva Fiesole che, a fine primo tempo, fischiò sonoramente la Fiorentina (in quel momento sotto di un gol ed eliminata dalla Champions League) scatenando le ire del presidente Andrea della Valle. Gol pesanti, quindi, realizzati da un ragazzino di neanche 21 anni che dimostra, così, di avere grande fiducia in se stesso ed il fiuto per la grande occasione che, spesso, è quello che differenzia il buon giocatore dal campione. Ecco, in una serata che potrebbe aver significato il “canto del cigno” per la Fiorentina di Prandelli (anche se i Della Valle continuano ad ostentare sicumera circa il futuro del “mago di Orz”) la squadra viola deve ripartire proprio da lì, da un motivo di speranza concreto, fattivo, come la maturità, la bravura, la scaltrezza di Stevan Jovetic. Chiudiamo col dire che il fantasma di Mutu potrà essere sempre ingombrante per lui, ma c'è un solo modo per mettere a tacere eventuali paragoni che in un calcio serio non hanno diritto di cittadinanza: fare gol, fare tanti gol e, se possibile, nelle partite importanti. Jovetic ha dimostrato di saperlo fare, adesso attendiamo le repliche a cominciare da sabato a Napoli ma, sopratutto, il 14 aprile nella semifinale di ritorno contro l'Inter di coppa Italia. Vai Fiorentina, l'Europa League ti aspetta.