"OCCHI PUNTATI SU..." Un panda di nome Donadel
Forse è stata la prima volta, ma quando abbiamo visto l'arbitro Peruzzo (tanto nomine) annullare il gol di Donadel, ci è dispiaciuto più per il giocatore che per la Fiorentina. Un gol bellissimo, difficilissimo, e ci spingiamo più in là: meraviglioso. Un calcio al volo ad impatttare un pallone a scendere, imparabile per qualsiasi portiere. Eppure quello sarebbe stato il gol del 2-0, il 10° per Donadel in maglia viola, il gol della sicurezza per tre punti di vitale importanza. Ma nonostante questo il nostro primo pensiero sarebbe andato a Marco Donadel, e solo in un secondo momento alla Fiorentina. No, non c'è contraddizione in questo, non è falsa retorica piuttosto che buonismo di facciata: c'è la riconoscenza per un giocatore che dal gennaio 2005 (data del suo arrivo a Firenze) mangia l'erba in silenzio, subisce umiliazioni di vario genere, si vede regolarmente sorpassato dalle "bombe" di mercato per poi disputare regolarmente due terzi di campionato da titolare. Solo una volta Marco non ce l'ha fatta più: successe nel 2008 quando a Firenze arrivò Felipe Melo, ma sopratutto arrivò Almiron dall'Empoli. Passi per il brasiliano, obiettivamente superiore per tecnica, prestanza fisica, propensione alla rete (sul rendimento poi, ci sarebbe da discutere...) L'argentino però... no! Mi dispiace... ma Almiron proprio no (avrà pensato Donadel !) Fino alla sublimazione raggiunta la sera di Fiorentina-Bayern Monaco (1-1 il finale, era il 6 novembre 2008) nella partita che decretò l'uscita dei viola dalla Champions League. E' il 62', Fiorentina in vantaggio con Mutu all'11', quando Prandelli ordina il cambio: fuori Santana, dentro Almiron. Donadel incassa, morde il freno, fino al 78' quando lo stesso Almiron perde palla sulla tre quarti viola, palla filtrante di Ribery a centro area per Borowsky che realizza l'1-1 definittivo. Da quel giorno Donadel getta la spugna, non arriviamo a dire che "tira indietro", ma certo vennero meno le motivazioni, la voglia di mangiare l'erba come era solito fare. Non durerà molto perchè la tempra dell'uomo prima che del giocatore è di ferro, indistruttibile, impermeabile a qualsiasi avversità. Ma quel periodo nero Marco Donadel lo ricorderà a lungo.
Come ricorderà a lungo le dichiarazioni di Corvino d'inizio stagione: Donadel è sul mercato, Donadel è il quinto centrocampista, Donadel verrà ceduto. Per fortuna non è stato così per Mihajlovic, che si rese subito conto di avere nel centrocampista veneto l'unico incontrista a disposizione, una specie protetta da salvaguardare, un panda da consegnare nelle braccia del WWF. Con Mihajlovic Donadel è un titolare, Mihajlovic è chiaro fin da subito: Donadel resta con noi. Peccato che alla catena virtuosa manchi un anello: il rinnovo del contratto. Marco va in scadenza 2011, teeoricamente si potrebbe accordare con un'altra squadra tra soli 25 giorni, dal 1° gennaio 2011. E allora: perchè Corvino non interviene? Perchè sull'agenda di Pantaleo non c'è l'appuntamento con Davide Lippi, agente del giocatore? Non centra l'età (Marco, nonostante la lunga militanza, è del 1983), nè di rendimento, nè di attaccamento alla maglia. E allora? Cui prodest? Noi diciamo la nostra: invochiamo il WWF per la protezione del Panda Donadel ed invitiamo le parti ad un incontro per il rinnovo immediato. Tutto il resto, come cantava qualcuno, è noia...