DONADEL, Il rinnovo è ancora lontano
Se non è un ultimatum, poco ci manca. Quella appena trascorsa non è stata una giornata come le altre per Marco Donadel. Così come confermato dallo stesso procuratore del giocatore, Davide Lippi, in esclusiva a Firenzeviola.it (LEGGI QUI), è andato in scena quest'oggi un nuovo incontro con la Fiorentina. Non il primo però. Secondo indiscrezioni raccolte da FV, sarebbe il secondo summit avvenuto nella sede di viale Fanti, a distanza di una decina di giorni dagli ultimi contatti.
Quel che emerge, però, non suonerebbe al momento come un probabile lieto fine. Anzi. L'incontro di oggi tra il procuratore, il padre del giocatore e Corvino non avrebbe fatto altro che irrigidire entrambe le parti coinvolte nel rinnovo di contratto. Non tanto perchè l'offerta ricevuta non sia stata ritenuta all'altezza, quanto per la concorrenza che potrebbe scatenarsi su Donadel che, lo ricordiamo, è già libero (da 17 giorni ormai!) di firmare con altre società. Sia sotto il profilo economico, sia sotto l'aspetto della durata del contratto, le offerte di altre squadre sarebbero tutte ben più allettanti, ma il giocatore sarebbe addirittura pronto a non valutarle qualora la società viola, facesse un passo in avanti... (Il mediano già diverso tempo fa ha comprato casa a Firenze e qua vorrebbe vivere con sua moglie Chiara, la figlia Beatrice e la piccola in arrivo, per tutta la vita)
Secondo indiscrezioni di Firenzeviola.it, però, sarebbe soprattutto il Genoa la società decisa a prendere Donadel. I liguri, che già a gennaio avrebbero acquistato il cartellino del giocatore - nonostante la scadenza di giugno - sarebbero di nuovo pronti ad offrire un bel contratto, anche alla luce dell'arrivo sulla panchina rossoblu di Ballardini, già suo tecnico nelle giovanili. Non solo. In Italia, del resto, ci sarebbero anche Napoli, Lazio, Palermo e Parma seriamente interessate al mediano veneto e pronte a giocare al rialzo con il Genoa. Senza contare il mercato estero con squadre spagnole ed inglesi che hanno già messo nel mirino il centrocampista viola.
La volontà del giocatore, di contro, sarebbe la stessa: rimanere a Firenze. "Giocare in viola è la cosa più bella e importante per me - ha detto ieri Donadel dopo la gara con l'Inter, ai microfoni Rai - e la mia speranza è quella di restare. Ma non so quanto ancora potrò aspettare". Un riferimento, quest'ultimo, nemmeno troppo velato a una situazione che, per il momento, non sembra essere indirizzata al rinnovo di un perno del "gruppo storico" gigliato. Tanto da far presumere che solo l'intervento di Andrea Della Valle, atteso in città alla vigilia del match con la Sampdoria come sempre accade, possa sbloccare definitivamente una trattativa morta sul nascere.
Che la riconoscenza sia merce rara nel calcio, e non solo, è qualcosa di più di un semplice luogo comune. Ma in questo caso, la perdita sarebbe di quelle pesanti. Superata la soglia di oltre 200 gare in maglia viola, Donadel si è sempre distinto per professionalità e attaccamento alla maglia. Anche e soprattutto quando, sulla carta, il suo nome non rientrava fra quello dei possibili titolari. Pure in questa stagione, del resto, il "Dona" si è preso una maglia da titolare senza tirarsi mai indietro, nemmeno quando le condizioni fisiche non erano delle migliori. Emblematico, in tal senso, resterà il gol contro il Bari in una serata da brividi.
Col tempo Donadel è entrato nel cuore della tifoseria, ritagliandosi lo spazio che si dedica a quei giocatori sul cui "cuore viola" non si sono mai addensati dubbi. Ed è stato bravo a ritagliarsi uno spazio fondamentale anche nello spogliatoio. Diventando vicecapitano, e successivamente capitano per l'assenza prolungata di Montolivo, legittimando dunque la propria importanza anche fra i compagni di squadra. Leader silenzioso, ma evidentemente molto rispettato dalla squadra. Certo, si potrà eccepire che Donadel non sia un fuoriclasse, ma se le bandiere non esistono più, di certo, il centrocampista di Conegliano si candida quantomeno a un ruolo da "colonna portante" all'interno del gruppo, e da simbolo per i tifosi. Perderlo così, inevitabilmente, sarebbe un peccato mortale.