GUERRA DI POSIZIONE
Non ci sono solo le missioni di Corvino. C'è anche una guerra -se così la possiamo definire, visto che sempre di sport stiamo parlando- che non è di movimento, ma di posizione. Ed è quella che riguarda soprattutto le eventuali operazioni in uscita. Dove nessuno cede o avanza di un metro. Qualche schermaglia ogni tanto, ma nessuno si azzarda a fare la mossa decisiva. E' il caso di Montolivo, che assieme al suo procuratore manda messaggi sempre più difficili da decifrare, o di Sebastien Frey, che, pur ribadendo la propria fedeltà ai colori viola, si lascia qualche via di uscita. Ma è anche il caso dei vari Gilardino, Vargas, Mutu. E, dall'altra parte, della società, che ha fatto capire quali saranno le linee guida della prossima campagna trasferimenti, ma che sta bene attenta a muoversi quando si parla dei singoli giocatori. C'è di mezzo, ovviamente, una questione di immagine, e, sotto questo aspetto, le cose inizieranno a farsi più chiare dopo che sarà dato il rompete le righe all'attuale gruppo.
Ma c'è soprattutto una questione di interessi. La Fiorentina, ovviamente, non vuol dare l'impressione di svendere, e i giocatori in partenza, dal canto loro, non vogliono dare l'impressione di essere svenduti. E dietro a questo trincerarsi sulle proprie posizioni si muove la diplomazia segreta. Solo quando sarà sicura di cadere in piedi, una delle due parti farà la prima mossa. Una guerra di logoramento che è piuttosto comune nel calciomercato ma che può essere pericolosa nel caso della Fiorentina, dove i giocatori coinvolti sono davvero tanti. Non si parla ormai più da tempo di autofinanziamento, e non è in effetti questa la politica della società, ma pare palese che difficilmente si potrà procedere a dei nuovi innesti prima di aver portato a compimento le operazioni in uscita. E più si andrà per le lunghe e più diventerà difficile per il club gigliato rimpiazzare adeguatamente i partenti. Inoltre, la Fiorentina della prossima stagione potrà permettersi ancora meno di quella attuale di tenere in rosa degli "scontenti". E' forse questa, ovvero il fatto di dover combattere contemporaneamente su due fronti molto vasti, la parte più difficile del grande lavoro che attende Pantaleo Corvino.