ZONA NEVRALGICA
Un tempo la Fiorentina aveva ricostruito sé stessa partendo da centrocampo. Erano i tempi del post Mihajlovic, dell'arrivo di Pradè e Macìa, e del terzetto Pizarro Aquilani Borja Valero. Quella squadra viola fece il giro di un po' tutta l'Europa, almeno stando all'audience che i viola riuscivano a collezionare anche lontano dai confini nazionali e in particolare in Spagna dove il bel calcio è particolarmente apprezzato.
Montella plasmò su quei tre la sua idea di calcio e la Fiorentina per almeno tre stagioni fece divertire. Addirittura arrivarono i sogni dei primi sei mesi di Sousa, sulla scia di una linea mediana cambiata dall'arrivo di Badelj e dalla crescita di Vecino, prima di un declino che a tutt'oggi si fa sentire anche nel reparto di centrocampo.
Perchè al di là di un gioco che la squadra deve ancora trovare per tanti motivi, e nonostante un impatto tutto sommato positivo per il neo acquisto Veretout, è anche nella scelta dei due uomini davanti alla difesa che i viola hanno pagato dazio. Finendo spezzo in difficoltà sia per l'impostazione della manovra che per la pura fase d'interdizione.
Non è un caso che poi, alla luce dei cambiamenti da attendersi alla ripresa del campionato, tra le ipotesi ci sia anche quella di un centrocampo a tre con l'arretramento di Benassi. L'uomo in più in mezzo al campo, e magari anche lo stesso recupero delle qualità dell'ex granata, potrebbe essere, di nuovo per i viola, una chiave di volta in positivo per riaccendere il motore in campo. A cominciare dalla zona più nevralgica.