SENSO D'APPARTENENZA
Il senso d'appartenenza come l'amalgama del presidente Massimino. Un entità astratta, un principio virtuale che però diviene imprescindibile nell'economia di una squadra di calcio. E così dopo la conferma di Jovetic, la definizione delle comproprietà, il rinnovo (sperem) di Behrami, consigliamo a Pradè il... "senso d'appartenenza" come prossimo acquisto sul mercato. Immaginiamo il dialogo: "Presidente Della Valle, alla Fiorentina manca il senso d'appartenenza. Sì, quel sacro fuoco che ti sale da dentro, che ti prende quando vesti il colore viola, quando sali le scalette del tunnel che porta al campo..." Certo, non pensiamo che Andrea ci risponda come il presidentissimo del Catania... "Ditemi dove gioca, che lo compro". Troppa la differenza di cultura, di acume, di furbizia tra i due. Speriamo invece (questo sì) che il prossimo passo sia l'individuazione di giocatori che possano fungere da legame tra squadra e tifoseria, che possa risvegliare nella gente la voglia di tifare Fiorentina.
PRENDETE VIVIANO - A parte il fatto che Emiliano è nato a Firenze (ed ha una figlia che si chiama Viola), chi vi scrive ha assistito ad una scena semplicemente fantastica per chi tifa Fiorentina. 26 agosto 2009, ritorno del preliminare di Champions League contro lo Sporting Lisbona, e dalla tribuna stampa scorgo Viviano ed Osvaldo che assistono alla partita. I due erano stati avversari dei viola col Bologna appena 4 giorni prima per la "prima" di campionato. Ed entrambi erano stati protagonisti: il primo con grandi parate, battuto solo da Mutu ad inizio ripresa. Il secondo, addirittura, autore del gol felsineo nel primo tempo. La loro sofferenza è palpabile, del resto la Fiorentina è sotto per 1-0 ed in quel momento sarebbe eliminata. Al 54' il miracolo: Jovetic entra in area (sotto la Fiesole), dribbling a rientrare e destro vincente alle spalle di Rui Patricio. 1-1, e viola al turno successivo. Viviano ed Osvaldo si abbracciano come due ultras, hanno le lacrime agli occhi, e sopratutto Viviano trascorre la restante mezzora rivolto verso la Fiesole a cantare i cori, quasi fosse lui a lanciarli. La gestualità, poi, non lasciava dubbi: sotto il giubbotto batte un cuore viola (che lui non ha mai nascosto) ed è il cuore che servirebbe in questo momento nella Fiorentina.
L'ESEMPIO DEL "FILADELFIA" - Parliamo di Viviano perchè oggi il suo nome rimbalza forte nel mercato. Ci viene, però, in mente quello che un giorno ci disse Delio Rossi, con riferimento al Filadelfia, mitico stadio nel quale giocava il "grande Torino". Delio ci descriveva gli spogliatoi, e raccontava di una serie di porte riservate agli allievi, ai giovanissimi, alla "primavera", fino ad arrivare alla porta della prima squadra. Dopo di questa c'erano le scalette che portavano ai campi d'allenamento. Che voleva dire? Che i ragazzi, per andare ad allenarsi, dovevano passare davanti a tutte quelle porte, considerarle dei piccoli traguardi, con la speranza un giorno di potersi spogliare all'ultima, quella della prima squadra. Questo in gergo si chiama spirito d'emulazione, e pensiamo a Camporese, Piccini, Acosty... ragazzi nati con la maglia viola addosso, per i quali il senso d'appartenenza diventerebbe un naturale complemento. Che, attenzione, non va comprato... come fu per il famoso amalgama del presidente Massimino.
OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE - Così disse Pradè nella conferenza stampa di presentazione: "Dobbiamo ricreare il senso d'appartenenza nei giocatori, ma anche nella gente. Dobbiamo far tornare la voglia ai tifosi di riappropriarsi della propria squadra". E qui si apre (a mio parere) una voragine. Mi chiedo: perchè quando c'erano Tendi e Rossinelli si andava allo stadio in 40.000, ed oggi con Jovetic e Behrami (ma già succedeva con Montolivo e Gilardino) si va solo in 15.000? Può l'antipatia, la freddezza dei Della Valle, le frasi infelici di Cognigni e Teotino allontanare così tanta gente? E tutto questo, nonostante la Fiorentina giochi ancora in serie A? Oppure serve, anche da parte dei tifosi, un bagno d'umiltà, non pretendere cioè che i Della Valle, solo per il fatto di averceli, debbano "buttare" i soldi nel calcio? O forse presidenti come Melloni, Martellini, Ugolini, in quanto "poveri", erano migliori di loro? Perchè (ci chiediamo ancora) al tempo sbandierare la permanenza di Antognoni come miglior colpo del mercato era cosa buona e giusta, ed oggi non andrebbe bene lo stesso principio per Jovetic? Non è che qualcuno ha smarrito il senso reale delle cose? Quello che vogliamo dire è: se si deve ritrovare il senso d'appartenenza, ritroviamolo da entrambe le parti. I Della Valle, Pradè, fanno bene a cercare elementi che sappiano risvegliare l'entusiasmo dei tifosi (ripetiamo: Viviano sarebbe perfetto), fanno benissimo ad incentivare il vivaio per creare piccoli calciatori con l'anima viola, i tifosi dal canto loro devono ragionare di meno ed agire più di pancia: apre la campagna abbonamenti? Ecco, non pensino a chi va in campo, a chi è stato ceduto o comprato... facciano l'abbonamento e basta. Perchè in campo scende la maglia viola, scende Firenze, ed il senso d'appartenenza si vede proprio da questo.