LA PARABOLA DI BADELJ
Milan Badelj è uno dei simboli della sconfitta subita in casa contro la Roma. L'anno scorso uscì dal campo osannato per il gol vittoria, un coniglio estratto dal cilindro che permise alla Viola di Paulo Sousa di conquistare gli insperati tre punti contro i giallorossi. Ieri invece, è stato uno dei peggiori in campo, autore di un paio di palle perse sanguinose (quella sul primo gol di Gerson la più evidente) e di una prestazione comunque insufficiente anche nella costruzione del gioco e nel palleggio, di solito le sue armi di battaglia.
Una parabola che fa il pari con il resto dell'evoluzione negativa della squadra gigliata, ma che fa più rumore vista l'importanza che lo stesso centrocampista ha per Pioli e il suo gioco. Come accaduto a Thereau, probabilmente il croato è arrivato a questa sfida un po' spremuto e da qui, oltre alla prestazione negativa, è arrivato anche l'infortunio che potrebbe tenerlo fuori oltre alla sosta per le Nazionali. Una tegola non da poco, considerando che il fiato corto di Badelj è dovuto anche all'assenza di riserve all'altezza, con Sanchez inserito in campo solo in caso di estrema necessità e soprattutto con un evidente abbassamento della qualità in mediana.
Come detto poco sopra, l'ex Hoffenheim resta un cardine della rosa viola tra l'altro con la scadenza di contratto ormai a un passo dal realizzarsi. Un altro problema anche in vista del famoso progetto a medio-lungo termine di cui spesso hanno parlato i dirigenti e l'allenatore. Badelj ha sbagliato una partita, ma nel contempo risulta essere costantemente al centro dei piani tattici dell'allenatore.
Il rientro dopo il problema ai flessori è tutto da definire. La sosta arriva ad hoc per non perderlo per troppe partite, anche se Pioli nei prossimi giorni, dovrà trovare una soluzione per migliorare una squadra che, per il momento, dà la sensazione di essere molto leggera e non solo per colpa della media età.