INTER - FIORENTINA, Una partita didascalica

14.04.2008 13:02 di  Matteo Magrini   vedi letture
Una partita didascalica. Ieri sera abbiamo assistito ad un incontro che ha fatto luce e chiarezza su molti aspetti, positivi e negativi, della squadra viola. Avevamo ancora negli occhi l’impresa di Eindhoven, la personalità, la voglia di stupire, il piacere di giocare a calcio, di imporre la propria filosofia di gioco, anche la brillantezza fisica messe in mostra dagli eroi viola. Ma era lecito aspettarsi una “ replica a San Siro” ? Sotto certi aspetti sì, ed infatti non siamo rimasti delusi. Gli uomini di Prandelli sono scesi in campo determinati, addirittura spigliati, con il piglio della grande squadra, i viola hanno messo sotto l’Inter per i primi trenta minuti, imponendo ritmo, flussi di gioco, andamento tattico. Questo sottolinea il grande salto di qualità compiuto in questi tre anni dal punto di vista della personalità: ricordate il primo tempo di Inter – Fiorentina della prima stagione della gestione Prandelli? Un esempio: Pazzini. Qualche mese fa, al cospetto di Materazzi si sarebbe sbriciolato, avrebbe avuto timore. Ieri no; pur soffrendo e non arrivando quasi mai a concludere, ha lottato, preso e dato botte. Va bene così. Adesso deve fare quello che forse è l’ultimo passo per la definitiva consacrazione: la concretezza. Tutta la squadra si è comportata così. Ha avuto coraggio, non si è presentata timida, impaurita. Le è mancata però, nel primo tempo, la convinzione, la consapevolezza di poter far male. E questo è il primo aspetto negativo. Una grande squadra colpisce appena può, appena gliene viene concessa l’opportunità. Questo, alla Fiorentina, soprattutto contro le big, manca. Ma non è solo questo a mancare ai viola. Ieri abbiamo visto una squadra di carri armati, l’Inter, schiacciare, sul piano della potenza fisica, una Fiorentina che non ha una pari struttura: ad ogni calcio piazzato era una sofferenza. Serve, alla Fiorentina, qualche giocatore forte fisicamente, che faccia paura nelle aree avversarie e che, soprattutto a centrocampo, imponga il suo strapotere. L’acquisto di Melo va in questa direzione ed è un segnale molto positivo. Il punto centrale è però un altro: la qualità della rosa. Nello scorso mercato estivo sono state acquistate, parole di Corvino, delle riserve, utili ad ampliare la quantità della rosa. Questo è senza dubbio servito ad affrontare le due competizioni, Coppa UEFA e Campionato, con ottimi risultati; ma ieri sera si è visto quanto sia fondamentale la qualità. Prandelli ha fatto bene a puntare sugli eroi di Eindhoven, ma avrebbe avuto bisogno, nel secondo tempo, quando questi sono calati, di ricambi di valore, con una qualità simile se non pari a quella dei titolari. Ecco cosa manca alla Fiorentina. E Prandelli e Corvino lo sanno. Nel prossimo mercato serviranno giocatori di qualità. Questo, soprattutto, ci ha insegnato la partita del Meazza. Benissimo la quantità, la rosa ampia, ma va aumentato il tasso tecnico medio di questa squadra. Resta però quella prima parte di gara, e da lì deve ripartire la compagine viola, consapevole che il passo per avvicinare le grandissime è forse più breve di quanto si possa immaginare.