I GIUSTI SEGNALI
Verrebbe da dire che il lunedì post-campionato è andato decisamente meglio rispetto alla domenica. La giornata andata in archivio verrà ricordata come una prisma a più facce. Da un lato i sorrisi e i ricordi degli ex che sfilavano sul campo, dall'altro la prestazione sul terreno di gioco non troppo dissimile da quelle viste nell'ultimo mese. E dire che, al fischio finale, i viola si sono riscoperti a meno sette dal sesto posto, ritrovandosi paradossalmente in corsa con l'Atalanta.
Colpa di un clima ad oggi guastato, difficilissimo da riequilibrare, e nel quale urgono messaggi importanti. Ma se per provare a inseguire la fiammella europea servirà quella coesione che la Fiorentina ribadisce semplicemente tenendo Sousa sulla panchina viola, per avviarsi alla prossima stagione con un minimo di speranza da dedicare alla ripartenza, servono soprattutto messaggi come quello che Federico Bernardeschi ha rilanciato ieri da Viareggio.
Un episodio, lo diciamo subito, che il Sindaco di Viareggio si sarebbe potuto certamente risparmiare, ma che denota (ce ne fosse ancora bisogno) l'acume e l'intelligenza del ragazzo, non solo sul terreno di gioco. Non concedersi a una fotografia con tanto di sciarpa bianconera diventa così il simbolo di un lunedì nel quale le riflessioni restano le stesse degli ultimi tempi seppure la classifica sia leggermente migliorata.
Ma soprattutto un chiaro messaggio verso un futuro che, gioco forza, passerà soprattutto dal destino del numero 10 viola. Il quale, a margine di un silenzio inevitabile sul rinnovo, comunque non lesina parole dolci verso il club che lo ha allevato e ipotesi rosee come quella di una permanenza fiorentina con tanto di fascia da capitano al braccio. Se vincere il prima possibile la partita Bernardeschi (ovvero riuscire a trattenerlo) rappresenterebbe la prima garanzia per la rifondazione estiva, da parte del talento di Carrara sono già arrivati splendidi segnali.