NARDELLA, STADIO? L'OBIETTIVO RIMANE IL 2021. I DELLA VALLE...

16.10.2017 18:40 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: Radio Bruno Toscana
NARDELLA, STADIO? L'OBIETTIVO RIMANE IL 2021. I DELLA VALLE...
© foto di Federico De Luca

Dario Nardella, sindaco di Firenze, ha parlato di vari temi relativi alla città e alla Fiorentina: "Da ragazzino ero preso dalla musica e non seguivo il calcio, se non in modo intermittente. Crescendo, soprattutto qui a Firenze, mi sono appassionato fino a che non ne è diventato un lavoro con l'assessorato allo sport. È una passione cresciuta e maturata con il tempo, esplosa quando è nato mio figlio Cosimo che porto allo stadio. Tra Napoli e Fiorentina non si discute, anche se il Napoli battesse la Juve ne sarei felice. Il calcio mette tutti sullo stesso piano: è la livella di Totò. Il ruolo da sindaco? Ogni dieci minuti devi prendere decisioni, ogni dieci metri trovi un cittadino che ti pone problema e puoi farlo solo per dieci anni. In politica, come tutte le cose, ci vuole il ricambio. Rischi altrimenti di essere meno spinto a cercare sfide nuove, quindi è giusto cambiare.

Nuovo stadio? Stadio, mercati generali e aeroporto sono tre opere strategiche di interesse pubblico che si trovano nella stessa area. Quando avremo la certezza della realizzazione della nuova pista sapremo che non ci saranno più ostacoli per spostare la Mercafir a Castello e lo stadio al posto degli attuali mercati generali. È un domino ben chiaro per tutti, ed è impostato. Il grande equivoco è che non sentendo parlare dello stadio si pensa che la cosa sia ferma. L'area è strategica anche dal punto di vista logistico e ferroviario. Abbiamo già fatto un passaggio con il CdA della Mercafir per proseguire in questa direzione. Significa che, in parallelo, si può andare avanti con la progettazione dello stadio grazie alla gara nella quale sarà individuato il vincitore dell'assegnazione. I tempi sono confermati: 2021, come dicemmo già in occasione della presentazione con ADV e Cognigni. La società è al lavoro sulla progettazione. Il caso Firenze è diverso da quello di Udine, non si può demolire il Franchi in quanto opera di interesse pubblico. Poter raggiungere uno stadio con vari mezzi di locomozione è una bella possibilità. Con centro sportivo e stadio hai delle certezze straordinarie, basta vedere la Juve. L'errore è stato non rifare stadi completamente nuovi quando ospitammo Italia '90. Oggi abbiamo una norma dello Stato che ti semplifica le procedure: vuoi fare lo stadio? Bene, lo paghi tutto tu. Il comune può darti la concessione gratuita del terreno edificabile, la società poi realizza una serie di opere che le consentono di rientrare negli anni dell'investimento. Sono tutte funzioni collegate all'investimento dello stadio: non sarà una speculazione e ai fiorentini non costerà un euro. È tutto un investimento del club, che sta cercando infatti partner da collegare. Investitori? Tanti si sono fatti avanti. Non devono trattare con il Comune, bensì con il club. Loro guadagneranno dalla gestione dell'impianto. Dallo stadio hai introiti collegabili alle altre attività che hai dentro. Lo stadio devi farlo vivere tutti i giorni. Io sono andato a Monaco a vedere come funziona l'Allianz Arena: fa degli utili che consentono al Bayern di fare campionati così. Gli stadi aiutano le società a non essere strettamente dipendente dai diritti tv.

Franchi? Non sarà abbandonato. Stiamo lavorando per dargli una seconda vita. Penso alla possibilità di accogliere attività sportive diverse dal calcio. Avremo Italia-Argentina con Batistuta testimone d'eccezione. Abbiamo la possibilità di ospitare il rugby e Firenze ha il bacino giusto per ospitare due stadi per eventi differenti. Firenze è una città baricentrica in Italia: è a un'ora e mezza da Milano e altrettanto da Roma. Significherebbe offrire posti di lavoro in più nel nostro bacino d'utenza che va oltre il milione d'abitanti. Gli eventi attrarrebbero tutta l'Italia centrale. DV? Ho sempre mantenuto i contatti e ci siamo sentiti più volte durante l'estate. Loro poi mi hanno invitato nel loro stabilimento nelle Marche, ed ero curioso di visitarlo da vicino. Ho avuto una bella accoglienza e mi sono sentito a mio agio. Con me c'era anche l'assessore Vannucci. Ci siamo parlati con grandissima franchezza e chiarezza. La sensazione era quella di avere davanti due persone, Diego e Andrea, che non hanno alcuna intenzione di uscire da Firenze da sconfitti. Sarebbe un segnale importantissimo per la città. Sanno bene qual è il valore della loro presenza e non ho perso la speranza, soprattutto dopo il ritorno di un clima disteso, di vederli di nuovo tornare. Ricordo che loro nel 2002 arrivarono perché non c'erano altri soggetti interessati. Non ho avuto avvisaglie di soggetti interessati a comprare il club, ma anche se le avessi avute non le direi. Non possiamo pensare che i DV vadano bene perché sono i meno peggio. La Fiorentina è così importante che nel mondo ci sono sicuramente investitori interessanti. Se loro rimangono a Firenze e la città li tiene non può essere un ripiego. La preoccupazione è eccessiva, ma questo non significa che senza di loro saremmo perduti. Avere una proprietà italiana, oggi, secondo me è positivo: hai persone che vivono e amano l'Italia. Il calcio italiano sta diventando terreno di conquista di realtà straniere. Ho visto i DV motivati a portare un modello diverso in Italia, basato sulla sostenibilità: si possono inseguire i sogni anche rimanendo con i piedi per terra. Non erano facce di chi voleva mollare il progetto. Io credo che tra cent'anni la Fiorentina ci sarà ancora, magari i Della Valle no. Quando avremo lo stadio potremo godere di una società più robusta economicamente. Da qui al 2021 il progetto cresce: molti ragazzi hanno già fatto vedere numeri interesanti che possono senz'altro crescere. C'è un bel collettivo, magari senza una grande stella ma con la squadra come punto di forza. Basta vedere la Lazio: senza campioni roboanti o stelle ha battuto la Juventus dei grandi campioni.  Credo che la Fiorentina e Firenze siano sulla strada giusta. Pioli? Mi piace. L'ho sentito oggi e gli ho fatto i complimenti: è uno concreto che lavora su quello che ha. Sousa? Mi piaceva, diverso da Pioli: molto sofisticato ma è cambiato molto dal primo al secondo anno. Tornando ai DV: un rapporto funziona senza costrizioni e credo che ad ora ci sia la volontà ed un atteggiamento più costruttivo da parte della tifoseria del Franchi. Voglio ringraziare per l'amore vero verso questa squadra: io non credo ci siano tante tifoserie come la nostra in Italia".