M.SERENA, Amo Firenze. Domenica gara delicata
Un triennio alla Sampdoria nella prima parte degli anni '90, prima di trasferirsi in viola per altri tre anni ricchi di soddisfazioni professionali e umane, tra le quali la conquista di un'altra Coppa Italia dopo quella alzata in cielo in blucerchiato. In vista della sfida al Franchi, Sampdorianews.net ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Michele Serena:
Michele, domenica al Franchi entrambe le formazioni arrivano in un momento non esaltante in termini di prestazioni e risultati.
“Si tratta di una partita delicata soprattutto per la Sampdoria vista la posizione pericolante in classifica. È vero, la Fiorentina si è un po' staccata dalla Roma che sta andando a duemila all'ora, ma domenica c'è il derby della Capitale da sempre una partita da tripla e i viola, in caso di vittoria, potrebbero accorciare. In casa blucerchiata un ennesimo passo falso complicherebbe ulteriormente la classifica, sarà una gara molto dura”.
In questi giorni si è parlato molto della fine del rapporto professionale tra Vincenzo Montella e la Fiorentina. Quali ripercussioni psicologiche può generare tale vicenda sulle squadre e l'ambiente viola?
“In tale situazione non trovo elementi a vantaggio della Sampdoria, si tratta di una questione personale tra Vincenzo e la proprietà, esclusivamente loro sanno come sono andate effettivamente le cose, non posso entrare assolutamente nel merito e sinceramente mi importa poco. E' vero, a Firenze si aspettavano forse qualcosa di più da questa annata, ma non bisogna mai scordare come la squadra sia rimasta sempre a ridosso delle prime posizioni, non credo che la situazione legata a Vincenzo possa caricare ulteriormente l'ambiente. Da ex viola in questo caso mi aspetterei che Firenze e la gente fiorentina attribuiscano a Montella il riconoscimento del lavoro svolto al di là dell'aspetto contrattuale. Se i viola hanno raggiunto l'attuale livello, è merito anche di quanto fatto fino all'estate scorsa”.
Da doppio ex a distanza di anni cosa ti è rimasto dentro a livello non solo sportivo, ma in primis umano.
“A Firenze è nato il mio primo figlio ora quasi ventenne, si tratta di esperienze che ricordo molto volentieri, ho trascorso tre anni in ciascuna piazza vincendo una Coppa Italia indossando ognuna di quelle casacche. A Genova sono arrivato ragazzo, a Firenze ho messo su famiglia. Ho grandi ricordi della famiglia Mantovani, di Paolo e del figlio Enrico. In viola abbiamo offerto un buon calcio ottenendo risultati positivi. Ho grandi ricordi di Sampdoria e Fiorentina e delle rispettive tifoserie. È stato un onore indossare quelle maglie”.