MAN. CITY, Sterline e ambizioni Eriksson non può fallire
Un mese lungo 60 milioni di euro, necessari per trasformare una squadra di comprimari in una formazione da primato: a meno di una settimana dal via Sven Goran Eriksson lancia la sfida: «Abbiamo speso, non abbiamo scuse». Dopo il dorato anno sabbatico seguito al licenziamento dall’Inghilterra il tecnico svedese riparte dal Manchester City di Thaksin Shinawatra, controverso ex Premier thailandese nuovo proprietario dei Citizens. Un connubio, quello tra Eriksson e Thaksin, che ha portato sette volti nuovi.
L’ex tecnico di Lazio e Roma ha pescato un po’ ovunque (molti dei giocatori li ha visionati - per sua stessa ammissione - solo in videocassetta), ma soprattutto in Italia. Prima Rolando Bianchi, quindi Valeri Bojinov. Nel mezzo le trattative abortite per Giorgio Chiellini ed Emanuele Blasi. Non ancora tramontate le speranze di portare in Inghilterra anche Marco Amelia (si parla di 7,5 milioni di euro) e Mark Bresciano. Convinto da un contratto faraonico (un triennale da 4,4 milioni di euro a stagione) e da un budget praticamente illimitato (nessuno in Premiership ha speso quanto il City), la carriera di Eriksson riparte dunque da Manchester. Un’avventura ricca di sterline ed incognite, alla guida di una squadra che nelle ultime stagioni ha vissuto nel più grigio anonimato. Come promesso Thaksin, che ha completato la scalata del club spendendo 120 milioni di euro, non ha badato a spese. Con il suo arrivo sono sei (su 20) i club inglesi controllati da proprietà straniere.
«Riporteremo in alto questo club, e lo faremo diventare grande e importante in Asia al pari di Manchester United e Liverpool. E per la prima stagione sogno un trofeo», le sue prime parole il giorno dell’insediamento.
Incassato l’inatteso ‘no’ di Claudio Ranieri, che ha preferito la Juvetus, l’ex Primo ministro ha ripiegato su Eriksson, nonostante gran parte della tifoseria si fosse espressa contro l’arrivo dello svedese. Vecchie rivalità risalenti a quando l’ex ct dell’Inghilterra era ad un passo dal Manchester United. Domenica l’accoglienza allo svedese nel nuovo stadio è stata calorosa ben oltre le più rosse aspettative, nonostante la sconfitta di misura contro il Valencia. «Abbiamo avuto soldi da spendere più di altre società, non possimao cercare scuse» ha detto lo svedese. Tra scaramanzia e incertezze della vigilia, anche il suo presidente ora sembra frenare i facili entusiasmi. «Per questa prima stagione mi accontenterei di arrivare tra i primi 10, ma il prossimo anno voglio l’Europa».
Dopo un’estate alla «Chelsea», in prima pagina per la sfarzosa campagna acquisti, ora spetterà al campo rivelare qualcosa di più del nuovo City.