VOGLIAMO UN 2018 MIGLIORE PER I VIOLA. PIOLI RIPARTE DALLA QUINTA DIFESA IN A. SIMEONE STA FACENDO UN BUON CAMMINO. SERVONO PIU’ GOL, MA LA MEDIANA AIUTA. L’INTER NON ARRIVA NEL SUO PERIODO TOP
Il 2017 è già nello specchietto retrovisore. Meglio così per chi ama la Fiorentina. E’ stato un anno balordo, vissuto in retromarcia, all’insegna della mediocrità. Non è un caso che la seconda parte della stagione e la fine del primo nuovo segmento si siano chiusi con la Fiorentina all’ottavo posto. Tutto torna, non c’è niente da scoprire. Magari il terreno da coltivare è diverso: Pioli sta regalando una piccola speranza all’ambiente. Sono state gettate le basi, attraverso un lavoro certosino, per immaginare un girone di ritorno migliore dell’andata. Le squadre si formano negli anni e questa è nata solo il 20 agosto scorso…
Niente di cui esaltarsi, purtroppo, la Fiorentina rimane una formazione da metà classifica che sta tentando di andare oltre i propri limiti. Stabilito che al senso del futuro dovranno pensare i Della Valle - possibilmente in tempi celeri - e al mercato Corvino, restiamo su un terreno tecnico e proviamo comunque a segnalare qualcosa di buono. Anche perché da lì dobbiamo ripartire. Tra l’altro la fine dell’anno è concisa con il giro di boa del campionato, quindi gli indicatori hanno una valenza maggiore.
La cosa più concreta che la Fiorentina può esibire con un pizzico di vanto, riguarda il settore difensivo: in 19 partite i viola hanno subito 20 gol. Non sono pochi, per carità, ma nemmeno un disastro: il reparto di Pioli è il quinto del campionato dietro alla Roma (12 gol subiti), Napoli (13), Inter (14) e Juventus (15). La Lazio, ad esempio, molto più forte dei viola, ha beccato 22 reti. Certo, la criticità dei terzini resta tema di grande attualità, ma se prendiamo in esame il cuore della retroguardia il discorso cambia.
La Fiorentina che gioca a 4, salvo rare eccezioni, ha centrali di grande affidabilità tra titolari e alternative. Pezzella ormai lo conosciamo, è la più bella realtà viola di questa stagione. Astori, dopo un avvio balbettante, ha riconquistato un rendimento in linea con la sua bravura. Hugo è passato da oggetto sconosciuto - quasi sbeffeggiato per gli 8 milioni del suo listino - a difensore sul quale si può contare. Non è un fenomeno, ma i progressi del brasiliano sono sotto gli occhi di tutti. Infine, ma si fa per dire - perché alla lunga potrebbe diventare il migliore della terza linea viola - il ventenne Milenkovic. Al debutto non ha mostrato la benché minima incertezza. Confermando le ottime impressioni che avevamo ricavato nel ritiro di Moena. I quattro centrali hanno una fisicità di rilievo, dettaglio non banale nel pallone di oggi. Al di là di tutte le congetture che si possono fare sul calcio offensivo, il nostro campionato resta decisivo per chi ha una difesa impermeabile: la Juve ha vinto 6 scudetti basandosi su un bunker piazzato davanti a Buffon e adesso il Napoli si laurea campione d’inverno con 9 reti subite in meno rispetto ad un anno fa. Eppure ha segnato gli stessi gol. E in 9 occasioni Sarri ha tenuto la porta inviolata. Con questi dati il Napoli diventa il rivale più autorevole della Juve e la Fiorentina con la quinta difesa può sognare un 2108 più bello del 2017 appena andato in archivio.
A cosa può ambire la Fiorentina? Il settimo posto per tutto quello che abbiamo scritto e detto in questi mesi, resta un obiettivo molto difficile da conquistare, ma può diventare divertente provarci: la serie A è divisa in tre tronconi, la Fiorentina gioca in A2, quella parte di classifica che va dalla Samp sesta a quota 30, fino al Bologna dodicesimo a 24 punti. Il sesto e settimo posto se lo contendono sette formazioni (oltre a queste due e la Fiorentina, ci sono Atalanta e Udinese a 27, Torino e Milan a 25): cinque nella prossima annata il giovedì resteranno a casa…
Un dato che deve stimolare la Fiorentina a far meglio è il la cifra delle sconfitte: i viola hanno perso 6 volte come Atalanta e Samp, mentre il Toro solo in 4 occasioni. Le altre concorrenti dell’A2 invece hanno fatto peggio.
Le reti segnate sono 28, ma Samp (34), Udinese (32) e Atalanta (29) sono state più efficaci. L’attacco viola deve spingere ancora di più sul gas: Simeone (6 gol), Thereau (4) e Babacar (4) rappresentano il bottino, al quale possiamo aggiungere i 4 centri di Chiesa e uno di Gil Dias. In proporzione è andato meglio il centrocampo con i 7 gol totali di Benassi, Vertout e Badelj. In passato la Fiorentina non aveva centrocampisti goleador. La difesa ha portato 2 reti con Astori e Pezzella. Nel complesso, dentro il tabellino marcatori di Pioli, sono finiti 10 giocatori. La cooperativa del gol funziona abbastanza bene.
Un discorso a parte lo merita il Cholito: Simeone sta realizzando comunque un buon cammino. E’ al secondo anno in Italia e le pressioni di Firenze sono superiori al Genoa: l’argentino ha fatto pure 4 assist e ha dimostrato di essere molti abile nel gioco aereo. Qualcuno sostiene che 6 timbri siano pochi, ma se guardiamo le posizioni nobili della classifica dei cannonieri scopriamo che sopra a lui ci sono bomber di stoffa assoluta: Icardi (17), Immobile (16), Dybala (14), Quagliarella (12), Mertens (10) e Higuain (9). Simeone va accompagnato in questa crescita perché i centravanti maturano intorno ai 24/25 anni. Sul piano della manovra è un ottimo sostegno per la squadra: generoso, mai stanco, senza dimenticare la “garra” argentina che a Firenze vale tanto.
Venerdi ultima partita prima della sosta di gennaio: Spalletti è terzo, fuori casa ha perso una sola volta e ha subìto lontano da San Siro la miseria di 6 reti. Nel motore ha individualità di spessore, a cominciare da Icardi per finire ai “viola” Borja Valero e Vecino. Ma l’Inter non arriva a Firenze nel suo momento migliore dopo 3 sconfitte e un pari nelle ultime 4 gare ufficiali. Per la Fiorentina sarà una salita, ma potrà provare a scalarla. E poi torneranno Borja e Vecino. Questa sarà un’altra partita da seguire, compresa nel post…