TORPORE
Vizi antichi, quelli emersi oggi pomeriggio a Palermo. Antichi errori che si mescolano con i consueti paradossi, con il risultato di una squadra che gioca senza mai dare l'impressione di poter arrivare al gol. Quello che, un tempo, sembrava essere proprio il punto di forza della Fiorentina, la sua imprevedibilità offensiva, oggi è il limite più grande di una squadra limitata nei suoi sogni da una classifica che non è il massimo della vita.
Gilardino poco servito, Gilardino non al massimo della convinzione, tantomeno della condizione. Cerci che dà qualche timido segnale di risveglio, ma in mezzo a novanta minuti dove c'è poca concretezza. Silva, il cui giudizio rischia di diventare gara dopo gara più ingeneroso, gettato nella mischia in una scelta tutta da decifrare. La Fiorentina, in soldoni, non trova la via del gol da un secolo, e soprattutto dà la sensazione di non sapere che strada intraprendere per bucare i portieri avversari.
A margine, poi, anche talune valutazioni che, ormai da tempo, riguardano i singoli. Ovvero quel gruppo che a più riprese si era annunciato di cambiare e che, invece, è rimasto quasi intatto, al di là della partenza di qualche "big". Un gruppo che, ad oggi, non sembra avere nemmeno troppe motivazioni in un campionato all'altezza. Tanto da domandarsi, a veder giocare un Vargas, a cosa pensi il peruviano quando deve indossare la casacca viola.
Eppure Vargas relegato a interno di centrocampo, o Lazzari a fare il trequartista, sono solo i segnali di una svolta che, almeno sul mercato, sembrava poter essere arrivata la scorsa estate. E che, invece, si sta disperdendo col passare del tempo. Allo stesso ritmo dei punti che allontanano la Fiorentina dalla zona europea della classifica. Sperando che non sia troppo tardi, verrebbe da pensare che oltre ad un grosso carico di lavoro sul campo (che spetterà a Rossi) servirà anche una massiccia dose di "buon mercato" a gennaio. Una sorta di elettroshock che scuota questo gruppo di presunti campioni da un preoccupante torpore.