TMWMAGAZINE, Antognoni: La Fiesole una di famiglia
Per la rubrica del mensile TMWmagazine, I Giganti del Calcio, è stato intervistato la bandiera e capitano della Fiorentina tra gli anni settanta e ottanta, Giancarlo Antognoni.
"Nei momenti cruciali la sfortuna mi ha sempre colpito. Vuol dire che era destino...”. Giancarlo Antognoni lo dice con un filo di voce, quasi con rassegnazione. E come dargli torto? Non è abituato a piangersi addosso, anzi si definisce un orgoglioso, però ripensando a quello che poteva essere e non è stato... “Era il 22 novembre 1981, si giocava Fiorentina- Genoa - ricorda Antognoni-. Dopo 10 minuti della ripresa il portiere genoano Martina mi frana addosso e mi spacca la tempia. Ricordo solo l’impatto, poi il buio. Stetti fuori 13 partite, perdemmo lo Scudetto per un punto (vinse la Juventus ndr). Con me in campo saremmo diventati campioni d’Italia, ne sono certo. E invece...” .
Il secondo momento cruciale arriva pochi mesi dopo, esattamente l’8 luglio 1982. Si gioca la semifinale mondiale contro la Polonia, ed ancora una volta il destino colpisce duro... “Un entrata col piede a martello di Matysik mi provocò una ferita profonda al piede destro. Devo dire che fu un pò anche colpa mia: volevo far gol a tutti i costi (tre giorni prima gli era stato annullato un gol regolare contro il Brasile ndr.) e rischiai il tiro anche se ero in ritardo. Così saltai la finalissima contro la Germania. Anzi sa cosa le dico? Ero il primo rigorista della squadra, e quel rigore sbagliato da Cabrini lo avrei calciato io...” Un attimo di scoramento, poi ancora l’orgoglio prende il sopravvento: “Comunque sono contento di quello che ho fatto, mi sento campione del mondo come gli altri”.
“La Juve nel ‘78 offriva un sacco di soldi. L’allora presidente viola Melloni mi chiese se doveva accettare o no, ma la Fiorentina navigava in brutte acque ed io non me la sentii di abbandonare la nave che affonda. Due anni dopo si fece sotto la Roma del presidente Dino Viola. Mi voleva Liedholm, stavo quasi per accettare. Poi a Firenze arrivarono i Pontello con grandi investimenti. Fui felice di rimanere, e feci bene”. Ci scuserà, ma la domanda gliela devo fare: si è mai pentito di quella scelta? “No, e le spiego il perchè. Certamente avrei vinto coppe e scudetti, ma oggi sarei stato uno dei tanti. A Firenze, invece, sono sempre Giancarlo Antognoni. Tutti mi vogliono bene. I fiorentini sono straordinari ed il loro affetto mi ha ripagato più di mille vittorie”.
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Altra domanda scomoda, perchè Antognoni non lavora in Fiorentina? “Semplice: perchè non sono gradito. Le ragioni? Non le conosco. Da parte mia dico... mai dire mai, ma sono passati 10 anni da quando ci sono i Della Valle e credo che a questo punto sia tardi”.
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