RICCARDO CUOR DI LEONE

15.06.2010 00:30 di  Matteo Magrini   vedi letture
RICCARDO CUOR DI LEONE
FirenzeViola.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Finlamente Montolivo. La Firenze pallonara (anche quella che la Nazionale proprio non riesce a farsela piacere) era in ansia per il suo capitano. Tirerà fuori la personalità? Riuscirà ad imporsi in azzurro come in viola? Dubbi, perplessità e paure spazzate via dal nostro ragazzo finalmente cresciuto.

Prestazione totale quella del centrocampista violazzurro. Corsa, sostanza e anche qualità e la sensazione che adesso, Pirlo o non Pirlo, toglierlo da lì sarà molto difficile. "Montolivo straordinario", Lippi dixit. Bene in coppia con De Rossi davanti alla difesa, ancora meglio da interno sinistro nel secondo tempo con buona pace di chi (lui in primis) teme difficoltà di impiego nel centrocampo a tre di Sinisa Mihajlovic.



Montolivo ha tutto, e se ne deve convincere, per diventare un giocatore a tutto campo, capace di costruire gioco ma anche e soprattutto di andare a far male nei pressi dell'area di rigore avversaria. Si può dire quel che si vuole, ma immaginarsi una mediana con lui e D'Agostino (supportati da un bel cagnaccio) è un bel pensare. Detto questo, resta la grande soddisfazione per aver rivisto un centrocampista illuminare di viola il palcoscenico azzurro e forse, piano piano, il paragone con Antognoni diviene meno blasfemo.
 
Discorso ben diverso merita Gilardino. Troppo isolato, è vero, ma altrettanto statico e poco brillante. Passo lento e gamba pesante, il Gila è lo stesso ammirato con la Fiorentina (si fa per dire) nel finale di stagione. Tanto sgomitare, come sempre, ma nemmeno l'ombra di un tiro in porta. Per intendersi, come il Pazzini versione gigliata. E' solo la prima partita ma la sensazione è che il bomber sia stanco. Molto stanco.

Due facce della stessa medaglia. Una abbagliante (Montolivo) ed una pallida pallida (Gilardino). Oggi però è giusto concentrarsi sul ragazzo di Caravaggio che alla fine è diventato grande. Un giocatore vero, fatto e finito e non l'eterna promessa che non esplode mai. Quella Mondiale per Riccardo è una consacrazione importante, non definitiva (urge immediata conferma) ma senza dubbio allontana, e di molto, le ultime riserve sul suo conto. Finalmente coraggioso (degno di ben altro Riccardo), anche in Nazionale e non tremebondo come in passato. Godiamocelo, allora, e rinnoviamogli subito il contratto. Non vorremmo mica perderlo adesso che tutti inziano ad invidiarcelo?