COSI' PARLO' DON DIEGO

10.03.2009 00:00 di  Marco Conterio   vedi letture
COSI' PARLO' DON DIEGO
FirenzeViola.it

La settimana di presunto Bonapartismo mediatico è ormai agli archivi. La gara contro il Palermo degli ex col mancino sempre millimetrico e la rasoiata pungente anche. Purtroppo. Ai giudizi intanto ci ha pensato, prima di chiunque altro, Diego Della Valle. Tanto per fugare dubbi, sciorinate o mancanza di obiettività da qualsivoglia parte. "Così non va, voglio risposte immediate". Tuoni e fulmini, lampi di classe, stile e autorità. Briglie di un cavallo di razza che non può diventare mulo da soma che si trascina a fatica verso un'Europa che strada facendo inclina sempre di più le sue pendenze, strette in mano come un vero condottiero. Le sue parole di fuoco sono un punto e a capo, con tanto di conditio sine qua non necessarie per la crescita ed il proseguimento del Progetto.

1) PRANDELLI RESTA A FIRENZE
"E' l'allenatore della Fiorentina e resterà con noi perché abbiamo deciso di portare avanti questo percorso insieme".
Prendi e porta a casa. Altro che gli auguri e gli auspici. Resta. Punto. Primo caposaldo della Fiorentina che verrà, il tecnico tanto amato, a volte sin troppo incensato, dalla tifoseria gigliata. Più che peccati di gioventù, piccole sbavature che Firenze si porta dietro da secoli. Passione, cuore, orgoglio. Viste dall'altra faccia della medaglia, s'intende, quando l'amore cieco porta a perdonare o a non riconoscere anche errori lapalissiani. Il passato (e il presente, la Fiorentina resta quarta e questo non va dimenticato) non lo scorda, il presente dice che la Fiorentina deve rialzare la testa. A partire dal vertice di quest oggi tra Prandelli e squadra, primo colpo di pistola verso la medaglia europea.

2) REAZIONE ENTRO DUE SETTIMANE
"Voglio capire cosa vogliono fare questi giocatori da grandi: e voglio capirlo entro due settimane".
Tanto bastone, poca carota. Serve, come il pane, in periodi così. Perché Montolivo è tornato a gigioneggiare per il campo con il navigatore fuori controllo, senza grinta e senza attributi. Perché Felipe Melo, che gioca non al top da tre gare e questo è giusto ricordarlo, contro il Palermo ha sofferto anche Guana e Nocerino. Perché Gamberini è, in questa stagione, l'ombra del grande difensore visto sino a luglio. Perché Mutu, gol e delizie di zona Fenomeno a parte, partecipa poco al gioco e le reazioni di pancia non bastano per essere grandi. Perché Vargas è ancora un oggetto misterioso, perché Jovetic deve ancora sbocciare, perché Kuzmanovic deve alzarsi sui pedali e tornare a risalire il gruppo e perché tanti altri si comportano solo da semplici comprimari e niente di più.

3) LA CITTADELLA VIOLA
"Le società devono trovare nuove risorse ed il progetto della Cittadella è un qualcosa in grado di sostenere una squadra che punta a traguardi importanti. Lo sviluppo di questo progetto determinerà tutto".
Della serie "Firenze, svegliati". I Della Valle possono e vogliono spendere. Castello, si sà, è bloccato da angustie e percorsi giudiziari. Osmannoro è "lontano", altri terreni non ci sono. Però la Cittadella è necessaria. Entro quando? A quale prezzo per i Della Valle? Tutte domande che devono arrivare entro breve. Le conseguenze, in caso contrario, potrebbero essere un ridimensionamento generale del Progetto.