ZOFF, Portieri: un ruolo in crisi, i giovani sono spaventati

10.11.2007 09:44 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Il Tirreno

Da qualche anno la tradizione dei grandi portieri italiani vacilla pericolosamente anche sotto i colpi dell’invasione brasiliana: al momento, dietro Gigi Buffon, sono pochi gli estremi difensori nostrani in grado di fornire totali garanzie. Dino Zoff, uno dei più grandi portieri di tutti i tempi, prova a spiegare i perchè in un’intervista concessa a Uefa.com. «Purtroppo è un problema notevole perchè, a parte Buffon, che comunque è il migliore al mondo, e pochi altri, in Italia di portieri ne sono rimasti veramente pochi - dice uno degli eroi dei Mondiali del 1982 -. Quindi è cambiata la tradizione. La mia sensazione è che oggi i giovani in Italia abbiano paura di fare il portiere perchè lo considerano un ruolo di eccessiva responsabilità. Con l’esasperazione mediatica che c’è, quando il portiere incorre in errori determinanti, magari anche gravi, viene fatto a pezzi. Credo che i giovani non abbiano tutta questa voglia di sopportare le critiche, spesso esagerate. Perciò dico che è una questione di responsabilità del ruolo».
Oggi vanno di moda i brasiliani, e non è un caso che Inter, Roma e Milan abbiano deciso di dare fiducia tra i pali rispettivamente a Julio Cesar, Doni e Dida.


«Prima i portieri brasiliani erano l’eccezione, oggi stanno diventando la regola - dice Zoff -. Adesso in Italia ce ne sono tre o quattro nelle migliori squadre. Dida è un po’ in difficoltà ma comunque è lì. Gli stessi Doni e Julio Cesar ormai sono delle realtà affermate per Roma e Inter. Forse potrebbe essere anche una semplice questione di generazioni che cambiano, anche i brasiliani per rimanere competitivi hanno dovuto migliorare le loro lacune».
Secondo Dino Zoff, però, il problema non risiede nella mancanza di «veri maestri». «Sono tanti gli ex-portieri impegnati come allenatori dei portieri. Il movimento non è morto, però è vero che questa generazione è caratterizzata dalla paura di affrontare questo ruolo. Forse passerà».