PRANDELLI, Possiamo far meglio di un anno fa
Prandelli fiuta il vento: sensazioni mescolate. Che odore ha l’assenza di Toni? E la nuova Fiorentina com’è? Più forte o solo più diversa? Domenica risponderà l’Empoli. La terza stagione viola di Prandelli comincia così: «Sono ancora più motivato. Ci sentiamo addosso responsabilità importanti, sappiamo che l’attesa è tanta».
Due anni da Champions senza poterci andare: i tifosi si aspettano un altro campionato di vertice.
«Vorrei essere sincero...».
Prego.
«L’idea del piazzamento per me non è importante. Non ora almeno. Prima cerco il bel gioco, il resto verrà di conseguenza. Pensiamo all’anno scorso, vivendo alla giornata e migliorandoci abbiamo recuperato i punti di penalizzazione. Con questa filosofia potremo fare anche meglio. Il segreto è restare tranquilli».
Pazzini lo è?
«Sa che la maglia da titolare è sua, non ci sono ragioni per cui debba preoccuparsi».
Sono arrivati Osvaldo e Cacia, che giocano in attacco.
«Tutte le grandi squadre hanno cinque o sei punte, per noi comincia una stagione piena d’impegni».
A proposito di Cacia: in che ruolo lo vede?
«Non parliamo di ruolo, il giocatore verrà da noi solo a gennaio. E’ un attaccante potente, ha senso del gol, fa movimento. L’ho visto la prima volta qualche anno fa, quando giocava nella primavera del Piacenza. Diciamo che mi è piaciuto subito».
Intorno alla squadra c’è fiducia, ma non entusiasmo. Le critiche sono solo virtuali o c’è qualcosa di più concreto?
«Forse c’è stato qualche errore di comunicazione da parte nostra. Avremmo dovuto essere più chiari. Lo dico con senso di autocritica, facciamo ammenda».
Altro da aggiungere?
«No, se non che intorno alla squadra c’è sempre stato un grande calore e questo, ovviamente, ci fa solo piacere».
La squadra è rinnovata solo in parte, ma il modulo è diverso: l’applicazione è sempre scolastica o sta migliorando?
«Va meglio, ma non insisterei troppo sul modulo, non deve essere un alibi per nessuno. Noi dobbiamo solo far calcio nel modo migliore».
Quindi un calcio opposto rispetto a quello di Bilbao.
«Esatto. Mi sono arrabbiato davvero, ho detto ai giocatori che quell’esibizione mi ricordava la partita di un anno fa contro il Genoa. Essere lucidi senza stress è semplice, una grande squadra deve rispondere nel modo giusto anche nelle situazioni difficili. Noi a Bilbao abbiamo toppato in tutto e per tutto. Non voglio più vedere una squadra che si abbatte nelle difficoltà è soprattutto che reagisce nel modo sbagliato».
Niente da salvare a Bilbao?
«Proprio no. Anzi, una cosa: lo stadio senza barriere, né protezioni. Vorrei che anche a Firenze fosse possibile: ho chiesto al vicepresidente Cognigni che la Fiorentina possa diventare la prima società in Italia senza divisione fra i tifosi e il campo. Secondo me la città è pronta»
Non come i campini dello stadio: la telenovela continua. E la nuova palestra resta un progetto lontano.
«Infatti vorrei sospendere il giudizio e non parlarne più. Dico solo che è diventata una barzelletta. Sono contento perché abbiamo fatto qualche lavoro all’interno dello stadio, ora ci sono spazi per il ripristino e per alcuni tipi di test».
Domenica arriva l’Empoli, come state?
«Semioli sta lavorando per rientrare, la buona notizia è che Santana è un giocatore in più. Magari non partirà subito, ma so che possono contare su di lui».
Non per insistere: ma sugli esterni potrebbe esserci il solito problema.
«Rispondo che ho provato anche Kuzmanovic in quel ruolo, non è il suo ma se l’è cavata bene. A parte Bilbao, dove è stato sfortunato: ha preso due calci all’inizio e poi si è innervosito. Comunque so bene che il ruolo di Kuz non è lì».
Qualche tempo fa lei parlò del «fortino viola»: a che punto è la costruzione?
«Un buon punto, siamo migliorati. Mi riferisco a tutti, alla squadra, alla società, a chi fa informazione. Siamo più compatti, ora nessuno in giro per l’Italia può permettersi di attaccarci senza riflettere. E’ finito il tempo degli attacchi da destra e sinistra».
Diego Della Valle è meno presente rispetto al passato: lei lo sente almeno al telefono?
«Il contatto con il presidente Andrea è continuo, ma anche il patron mi chiama per avere notizie. Ha sempre rispettato le sue promesse, ha detto che sarà presto a Firenze e noi lo aspettiamo».
E con Toni si sente più?
(sorride) «No, però so che Luca parla spesso con la sua addetta stampa in Italia».