PRANDELLI, Champions,noi ci crediamo
Non se l’aspettava e per questo è apparso ancor più emozionato di un anno fa quando ricevette dai colleghi la Panchina d’oro per la splendida stagione alla guida della Fiorentina e culminata con il 4º posto, poi evaporato per effetto di Calciopoli (ma questo è un altro discorso). Ieri a Coverciano Cesare Prandelli è stato premiato ancora con la Panchina d’oro.
Stavolta, il premio gli è stato assegnato per aver portato la Fiorentina, partita con-19 di penalità, fino all’Europa, fino alla Coppa Uefa. «Non so se lo merito, di certo è stato tutto inatteso e per questo i premi sono ancora più belli. Lo porterò nello spogliatoio e lo dividerò con i miei ragazzi», dice il tecnico viola rivelando di aver dato il voto a Roberto Mancini, che alla guida dell’Inter sta facendo cose straordinarie.
Voglio vincere. I riconoscimenti sono sempre ben accetti, specie se arrivano dopo una sconfitta bruciante e immeritata come quella subita l’altra sera dalla Fiorentina contro il Milan che riapre più che mai la battaglia-Champions. Ma anche per questo Prandelli non ha dubbi: «Baratterei le due Panchine d’oro per qualche punto in più in classifica e non soltanto con i tre persi contro il Milan. Adesso voglio vincere qualcosa con la Fiorentina». Intanto si tiene stretto questo premio che dedica ad un ex compagno di squadra ai tempi dell’Atalanta, Salvatore Garritano, «che è un po’ in difficoltà» in quanto sta lottando con una grave malattia. Un premio che il tecnico vuole dividere, oltreché con la sua squadra, anche con una società ambiziosa come quella viola.
Ci crediamo. Ora però c’è da pensare subito a riscattare il ko di domenica (che ha confermato, nonostante l’ottima prestazione e due anni e mezzo vissuti da protagonista, una sorta di sindrome con le grandi squadre da parte dei viola) e riprendere la marcia per difendere e tenersi stretto il posto Champions.
Una cosa è certa, fa capire Prandelli, lui e i suoi ragazzi non mollano, non smettono di crederci. «Ho dormito poco, lo ammetto, ma resto convinto che abbiamo disputato una buona gara e che ci sono molte cose da salvare. Anche per questo - afferma il tecnico - noi continuiamo a crederci e non ci accontentiamo, abbiamo voglia di proseguire su questa strada. Siamo una formazione giovane, servono calma e pazienza, possiamo però migliorare ancora, i margini ci sono. L’importante, come detto, è far crescere senza fretta questi nostri giovani talenti e soprattutto non venderli. E allora potremo pensare in futuro anche ad obiettivi ancora più alti del quarto o sesto posto». Intanto ribadisce il pensiero sulla questione arbitrale: «Come ho detto più volte è meglio continuare a non commentare a fine partita l’operato dei direttori di gara. Cerchiamo di farlo tutti: una settimana o due senza parlarne ma disquisendo esclusivamente di aspetti tecnici. Anche se poi diventa tutto più difficile se ci sono presidenti di club che parlano solo di arbitri».