MOGGI, Vi spiego la differenza tra Agnelli e Moratti
L'editoriale di TMW oggi è scritto da Luciano Moggi
Inutile negarlo, inutile cercare di nasconderlo. Quella che stiamo vivendo non è una settimana come le altre, ed è un clima talmente contagioso da essere percepito non solo dai tifosi più accaniti di Inter e Juventus; ma anche da tutti gli appassionati di calcio sparsi in giro per il mondo. Sincerità per sincerità, non posso negare che è soprattutto in circostanze come questa che riaffiora più deciso che mai, quel velo di nostalgia dei tempi che furono, quelli in cui anche un dirigente viveva attese e tensioni della vigilia proprio come se fosse dovuto scendere in campo con la squadra. Erano schermaglie continue, fastidiose magari, ma sintomatiche di una rivalità tra le più antiche e radicate del calcio italiano e continentale. Juve-Inter vuol dire anche questo. E' anzi proprio nei giorni precedenti che si gioca il tempo più importante della sfida, quello che predispone morale e mente a 90 minuti di tensione pura. Tensione piacevole però, che amo ricordare portando alla luce i miei ricordi più graditi. Non posso che citare, per esempio, la volta nella quale mi sognai esattamente il giorno prima della partita sia il risultato che i marcatori. Fu un 3-0 per la mia Juve con tanto di doppietta di Nedved, proprio come avevo dichiarato Urbi et Orbi alla stampa. Era solo un sogno, chi s'immaginava che si sarebbe poi concretizzato sul campo? Le polemiche assurde che ne seguirono, devo ammetterlo, mi divertirono tantissimo!
Juve-Inter è però anche altro, al di là delle polemiche relative a Calciopoli, non si può che menzionare la neonata rivalità tra i due Presidenti: Moratti da un parte ed Agnelli dall'altra.
Avendoli conosciuti entrambi, posso dire la mia, assegnando al più giovane caratteristiche del classico ragazzo acqua e sapone, ancora lontano dai fumi negativi del calcio italiano che hanno invece contaminato inevitabilmente l'approccio al lavoro del suo collega interista. Mischiando l'esperienza costruita in questi anni con le bugie che anche lui ha imparato a raccontare, anche Moratti è riuscito a portare l'Inter agli ottimi risultati che i nerazzurri hanno conseguito.
Inutile dire che il mio cuore batterà per la Juventus, anche se è inevitabile che il mio giudizio tecnico debba propendere per i nerazzurri. Sono più squadra, sono più forti, ed hanno giocatori straordinari. Basti pensare a quello che il ritorno di Wesley Sneijder ha regalato al gioco della squadra di Leonardo: più fluida, più lineare e soprattutto più spettacolare. Certo, Ranocchia non è (ancora) Samuel e questo in qualche maniera lo si paga, tuttavia si parla di problemi quando si fa un gol in meno, non di certo quando se ne fanno un paio di più rispetto agli avversari.
Credo anzi che con gli innesti perfettamente calzanti alle loro esigenze effettuati a gennaio, l'Inter abbia tutte le carte in regola per "rompere le scatole" al Milan sino al termine del campionato. I giochi non sono fatti, anche se i rossoneri rimangono a mio parere favoriti. La Juve dal canto suo può sperare di supplire solo con lo spirito agonistico, per sopperire a carenze strutturali evidenti e difficilmente colmabili in altra maniera. Vedremo come andrà a finire: prometto che se dovessi sognarlo, lo renderò pubblico!