CORSA CHAMPIONS, Le percentuali

L'editoriale di TMW oggi è scritto da Alfredo Pedulla', opinionista di Sport Italia ed esperto di mercato.
17.02.2010 07:37 di  Redazione FV   vedi letture
CORSA CHAMPIONS, Le percentuali
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© foto di Marco Conterio

E' stato un bel Milan, anche sontuoso nel primo tempo, ma poi è sparito. Il primo tempo da incorniciare, all'improvviso la sfiga: il gol di Scholes una roba da predestinati (alla vittoria). Quelli del Manchester hanno capito esattamente sull'1-1 che la ruota si sarebbe capovolta e che poi avrebbero capitalizzato il Marziano. Chi è il Marziano? Wayne Rooney, of course. Oggi il numero uno al mondo, Messi mi ha dato il permesso di scriverlo. Talmente Marziano, mister Wayne, che gli hanno fatto segnare due gol di testa (una rarità), permettendogli di salire sull'ascensore, indisturbato, per spingere fino al decimo piano e colpire in solitudine. Se Rooney, oppure il 50 per cento di Rooney, fosse stato al posto di Huntelaar nel primo tempo, il Milan sarebbe andato sul 2-0 e buonanotte ai suonatori. Non Rooney, sarebbe bastato il 50 per cento del Marziano. Nulla contro Huntelaar, discreto attaccante ma non certo il cinquanta per cento di quel fenomeno lì. Huntelaar aveva la porta spalancata e se l'è fatta sfuggire. Rooney ci è andato di testa, perché il Marziano può permettersi di tutto. Non so, come dicono Leonardo e Seedorf, se il Milan potrà fare l'impresa all'Old Trafford, magari ripetendo quel 3-2 di Madrid per andare ai supplementari. Può darsi glielo auguro, in difesa il Manchester di San Siro era una banda. Ma alcune cose mi sfuggono, cerco di sintetizzarle. La prima: com'è possibile andare in assoluto black out dopo aver incassato l'1-2, senza avere le energie (fisiche e mentale) per tenere botta ed evitare di incassare il tris? Ambrosini dice che è stato soltanto un calo mentale, non credo soltanto quello. Seconda cosa: Dida trasmette insicurezza al semplice pensiero, non sarebbe il caso di ripristinare Abbiati indipendentemente dalla colpevolezza o meno del brasiliano su ogni azione decisiva. Terza cosa: Ronaldinho è tornato definitivamente, giù il cappello. Quarta: pensare di avere Favalli come cambio di Antonini che si fa male, con il massimo rispetto per il grande professionista ex Lazio, mi fa tornare al discorso della scarsa semina durante il mercato. E se si bloccasse Favalli, in assenza di Zambrotta, chi giocherebbe un baby della Primavera? Non è da Milan. Quinta cosa: Pato deve tornare presto al top, come deve tornare Borriello per Manchester, soltanto così il Milan può inventarsi (o cercare di) la partita della vita. Sesta: se non ti sei degnato di vincere una partita in casa tra girone e andata degli ottavi in Champions League, un motivo ci sarà. Settima: dov'è Beckham, quanto è utile, siamo davvero sicuri che sia lo sbandierato rinforzo del mercato di gennaio rinfacciato da Galliani? Mah… Ottava ed ultima: augurando al Milan le migliore fortune, immaginando che se dovesse uscire (ma aspettiamo) lo farebbe senza vergogna, io consiglio di non procrastinare ulteriormente esigenze di mercato rinviate negli ultimi due anni (almeno). Altrimenti, facciano pure come vogliono. Intanto, in bocca al lupo alla Fiorentina: per la verità i lupi dovrebbero essere quelli del Bayern, per le proiezioni predestinati a fare un solo boccone di Gilardino e soci. Ma le proiezione spesso vanno a quel paese, non esageriamo. E speriamo di raccogliere un fiore profumato sul tappeto dell'Allianz Arena.
Siamo reduci da una giornata (di campionato) pazzesca. E in tanti hanno perso la testa. Non mi sono piaciute mille cose, forse duemila. Usciamo da quest'inferno, per favore: questo calcio è un attentato alla salute. Poi dicono che gli stadi si svuotano. Avete visto il campo di patate di Genova? Ma è una roba seria? Fosse soltanto questo, qui è una spremuta di cianuro. Partiamo da Del Piero: non è un tuffatore, non è un cascatore, mi rifiuto di pensarlo. Del Piero ci prova come ci provano tutti gli attaccanti di questo mondo, esattamente come un centrocampista prova a strappare un contratto pluriennale alla società di riferimento. Il problema non è costituito da chi ci prova, il problema è rappresentato da chi abbocca. Il problema è che se mandi Mazzoleni a dirigere Juve-Genoa sai che ci sono troppi casini dietro l'angolo. Automatico. Mazzoleni andrebbe testato in serie B per dieci partite di fila. E dopo aver verificato che in dieci partite commette nove errori andrebbe fermato e non promosso. Siamo in Italia dove facciamo il regolamento anti-bestemmia e ancora nessuno – dico nessuno – si degna di risolvere il problema arbitrale. La colpa è anche (soprattutto) della nostra categoria: i giornalisti sono pronti a sentenziare se Ballardini sbaglia una o dieci mosse, se Ferrara non è all'altezza della Juve, se Malesani ne perde cinque o sei di fila, se Lippi convoca chi gli pare ignorando la meritocrazia del campionato. Ma ci sarebbe un altro allenatore, l'allenatore degli arbitri, che andrebbe giudicato in base al lavoro che fa. E in base ai danni che provoca.

Il signor Pierluigi Collina è da lunghissimi mesi inadeguato e resta lì, come se avesse indovinato qualsiasi mosse. Il suo capo Nicchi dice che la colpa è della moviola: c'era bisogno di nominarlo visto che ripete le parole di tutti i suoi predecessori? Cosa ha fatto, ditemi una sola cosa buona ché ho un vuoto di memoria, Nicchi da quando è stato nominato? Ha detto che avrebbe dato maggiore visibilità agli arbitri, che avrebbe consentito la partecipazione alle trasmissioni televisive, che sarebbero stati quelli della porta accanto. Avesse mantenuto una sola parola, appena una, di quelle promesse. Facciamo tanto calcio parlato e giochiamo sempre di meno. Ci avveleniamo di complotti e di chissà quali altre cose e abbiamo perso la spensieratezza che ci accompagnava fino a qualche anno fa (qualche? Forse troppi, andando a ritroso non saprei dove e come fermarmi per trovare un'oasi di pace, senza veleni). Mourinho lavora bene sul campo, ma non perde occasione per smistare veleno a destra o manca, ormai lo abbiamo consacrato come personaggio televisivo dell'anno. Non aveva senso offendere De Laurentiis, forse non aveva senso che De Laurentiis dicesse che avrebbe scritturato Josè per un film. Se Mou, che sta producendo risultati e che meriterebbe una statua in piazza in caso di gran cammino in Champions, ogni tanto seguisse quel gran signore di Moratti e non esacerbasse gli animi sarebbe perfetto. Dai Mou, non vedi che a Moratti piace vincere e non gli interessa salire sistematicamente sul carro delle incredibili (inutili) diatribe verbali? Persino l'equilibrato Gasperini, che stimo e non poco, cade in contraddizione: dopo Napoli-Genoa non voleva parlare degli arbitri, dopo Juve-Genoa ha fatto un pistolotto che la metà di quel pistolotto sarebbe bastata per non condividerla. Venerdì, intervenendo a Radio Radio, ho interpellato Zamparini su Delio Rossi: il presidente giustamente lo ha lodato e quasi mi ha fatto capire che se avesse potuto lo avrebbe ingaggiato la scorsa estate. Poi perde una partita a Roma e va su tutte le furie secondo le migliori virtù zampariniane. Anche se, sono sincero, io Pastore non lo avrei lasciato fuori perché Pastore va testato senza soluzione di continuità. C'è chi pensa che l'Inter sia raggiungibile dalla Roma, c'è chi obietta che Mourinho vincerà al gran galoppo l'ennesimo scudetto: penso che dipenderà molto dal cammino dell'Inter in Champions, dovesse andare avanti (come mi auguro da italiano sentimentale) potrebbe pagare in campionato. Adesso vi do le personalissime percentuali per la lotta quarto posto (opinabili, come del resto sono opinabili tutte le percentuali). Io la vedo così, partendo dal presupposto che sono percentuali suscettibili di variazioni nelle prossime settimane. Juve (28 per cento): la difesa a tre non mi piace, soprattutto perché per difendere a tre devi avere tre fenomeni veri, tipo Stam-Nesta-Maldini al massimo della forma, e non mi sembra che la Juve ce li abbia. Zaccheroni ha scelto questa formula, dicono che sia l'unica strada percorribile per giocare con Diego e due attaccanti, io non la vedo così. L'aspetto allarmante: non si vede un briciolo di continuità nel gioco, sprazzi bellissimi come il gol del 2-1 al Genoa (Del Piero sradica, Diego va di tacco, Alex chiude con un tocco morbido e quasi in controtempo: applausi veri) ma servirebbero almeno venti minuti a tempo così per uscire dal tunnel dell'incertezza.
Napoli (28 per cento): Mazzarri sta facendo un lavoro fantastico, fa bene a dipingere la prossima sfida di Siena – ricca di insidie – come se fosse l'assalto alla Juve e non all'ultima della classe. Fondamentale aver rimandato in orbita gente come Aronica e Grava, dimenticati dalle precedenti gestioni tecniche. Resta di un'idea, la stessa mia idea di sempre: con un attaccante di razza, anche uno come Crespo o Nicola Amoruso e con tutto il rispetto per Denis, il Napoli sarebbe perfetto. Perché uno come Crespo (o Amoruso) non avrebbe sperperato la dote che Denis (premiato come migliore in campo…) ha mandato a quel paese domenica notte contro l'Inter. Magari Denis farà gol a Siena partendo dalla panchina, ma questo è un altro discorso: lo vedo troppo teso quando diventa titolare all'improvviso.
Discorso: lo vedo troppo teso quando diventa titolare all'improvviso.
Palermo (22 per cento): non credo che, se arrivasse quinto o sesto scatterebbero i processi in direzione Delio Rossi. Non sarebbe giusto. Sono sempre convinto che il Palermo avrebbe almeno cinque punti in più (non pochi, evidentemente) con Delio in panchina fin dallo scorso agosto. Su Pastore ho già dato: resto dell'idea che dovrebbe giocare sempre perché soltanto giocando sempre potrebbe dimostrare il suo valore senza l'ansia della panchina e di chi, salendo sul treno in corsa, deve dimostrare tutto e subito in pochi minuti.
Fiorentina (12 per cento): la danno per morta in proiezione quarto posto, in effetti è un momento delicato. Ma se trova un po' di convinzione e non torna con i cerotti da Monaco, ha ancora i mezzi (con una partita da recuperare) per tentare la risalita. Condizione imprescindibile: fare chiarezza sul futuro di Prandelli. Stimo tantissimo Cesare, ma non mi sono piaciute le sue dichiarazioni di qualche giorno, della serie "di contratto e di rinnovo parlerò soltanto in primavera". Non avrebbe dovuto dirlo, io me la sarei cavata così: "Di contratto parlerò quando la società lo riterrà opportuno". Tutto questo per non generare equivoci. Tanto, parliamoci chiaro: anche se dovesse rinnovare domani e poi arrivasse la proposta di Abete per la Nazionale, nessuno potrebbe negargli la chance. Ma prendere tempo fino a primavera non mi è sembrata una mossa strategica chiara, in un momento difficile per la Fiorentina dopo quattro anni eccezionali.
Sampdoria (10 per cento): Del Neri ha superato benissimo il momento di particolare disagio dovuto alla vicenda Cassano. Quattro vittorie consecutive sono una bella spremuta di fiducia e una risposta basata semplicemente ed esclusivamente sul lavoro. Ma prima o poi tornerà a fare capolino l'ombra di Cassano per il semplice motivo che – pur rispettando l'idea di gruppo – la Qualità non ha prezzo. Spero che la vicenda venga risolta presto e nel migliore dei modi, per il bene dei tutti.
PS: se l'ottimo Genoa e lo spettacolare Cagliari (una partita da recuperare) si sentono in lizza per il quarto posto e per la Champions, i numeri autorizzano a farlo, chiedo venia in partenza per non aver dato uno straccio di percentuale. I pronostici – devo ripetermi – vanno sempre presi col beneficio di inventario.