CHAMPIONS, Le italiane vogliono scrivere la storia

19.02.2008 08:32 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Il Tirreno

Pensi alla Champions, dagli ottavi in poi, e abbini la vetrina a gol, azioni scintillanti, gioco arioso, trame avvolgenti. Giusto, con una postilla inevitabile, però: la storia delle ultime Champions insegna che solo con una difesa organizzata, che lasci filtrare neppure uno spillo, è possibile proseguire l’avventura. Ripensate all’ultima, vittoriosa cavalcata del Milan, lo scorso anno: difesa imbattuta contro il Celtic, il Manchester, il Bayern, nella gara di ritorno. E pure contro il Liverpool, in finale, difensori attenti, filtro e tanta mutua assistenza. Il segreto, allora - spostando il ragionamento alle gare di oggi e di domani - è tutto lì: serrare le difese, combattere le amnesie, gli errori di posizionamento, rischiando poco o nulla, ad esempio, nell’applicazione della trappola del fuorigioco. Inter, Roma, Milan: d’accordo segnare, possibilmente un gol, ma fondamentale, piu’ di ogni altra cosa, sarà non scoprirsi, talvolta aspettando gli eventi, senza esporsi in modo maldestro.
 Prendete il caso della Roma, stasera: giocare a testa bassa, attaccare a pieno organico lasciando colpevolmente scoperta la retroguardia significherebbe consegnarsi ai rivali: Schuster ha rimodellato strada facendo il Real che non è più l’allegra squadra dello scorso autunno, quella che, ad esempio, rischiò di perdere contro la Lazio all’Olimpico.
 Ecco perché più di Totti, Ibrahimovic e Kakà occorrerà verificare il rendimento di Doni, Julio Cesar, Kalac. La sensazione, in Champions, è che il rendimento di portieri e difensori conti maledettamente di più del repertorio sprigionato da un attaccante. Perché un gol - magari con procedure fortuite, sugli sviluppi di calci da fermo - si può sempre segnare: ciò che risulta letale è invece incassare un gol, soprattutto in casa. Immaginate un gol preso dalla Roma stasera contro il Real (ovviamente senza una goleada giallorossa): costringerebbe il gruppo-Spalletti a una gara terribile al Bernabeu, nella tana dei rivali.
 Ecco perché - più che giocar bene - stavolta conterà il risultato: perché le gare contro Real, Liverpool e Arsenal costituiscono lo snodo cruciale del possibile cammino internazionale delle nostre squadre. Una eventuale, loro qualificazione dilaterebbe l’autostima collettiva, il prestigio, senza pensare al conseguente titolo di merito per il calcio italiano che scaraventerebbe di peso tre squadre nelle migliori otto d’Europa. Conteranno i particolari, come in una gara dentro o fuori che si rispetti. Ma il rendimento di portieri e difensori rischia davvero di costituire il grimaldello giusto per propiziare i tre colpi. L’Inter aspetterà il Liverpool, cercando di inficiarne il ritmo. Il Milan opererà sul possesso della palla per ammorbidire l’entusiasmo dei ragazzi terribili dell’Arsenal. La Roma morderà il Real nella propria trequarti, auspicando il letargo di Raul e Van Nistelroy. Serviranno gare perfette, senza coni d’ombra. Partite in cui il rendimento della difesa conterà il doppio.