BIANCHI, Piace anche al City
Gli stracci volano (normalmente) quando un rapporto finisce. Nella tormentata storia tra Rolando Bianchi e il Napoli si agitano ancor prima del suo inizio. Mancato. Perché la trattativa c’è stata senza mai sublimarsi in un rapporto completo, stabile e duraturo. Colpa dei particolari, nei quali il diavolo mette la coda. I diritti d’immagine, nello specifico. Quelli che mai ti immagineresti possano recitare la parte del leone in un contratto. Ma così è, se vi pare: in Italia - vista la pesante tassazione lamentata in maniera inesausta da Adriano Galliani - significano moneta sonante, in grado di supportare in solido un contratto. A Napoli li vuol gestire la società per i suoi tesserati, per questo la trattativa con Bianchi ha richiesto lunghezze non previste. Fino a far sbottare in maniera fragorosa il presidente Aurelio
De Laurentiis ( « Bianchi? Richieste da divo » ) e in modo più defilato il direttore generale Pierpaolo
Marino ( « S’è preso qualche giorno per accettare, abbiamo allora chiuso per Lavezzi. Gli auguro di trovare un club, che non sarà il Napoli » ) : ognuno secondo caratteristiche personali. E secondo caratteristiche personali replica Tullio Tinti, agente del giocatore. Non è persona abituata a parlare, è obbligata a farlo per l’occasione. Una stizza manifestata al mattino, esplicitata al pomeriggio, nella piazza dell’Atahotel Quark a Milano: « Quando porto avanti una trattativa vedo l’offerta e la esamino. C’era un problema sui diritti di immagine: oggi posso quantificarli in una certa cifra, tra un anno questa può essere totalmente diversa da quella pianificata. Bianchi era in vacanza a Formentera, l’ha analizzata là e ha dato una risposta nel giro di una settimana. Ed era una risposta positiva.
Bianchi voleva andare a Napoli, il suo entusiasmo era uguale a quello dei tifosi napoletani. Sapeva che lì avrebbe giocato con continuità. Sono dispiaciuto soprattutto per le parole di De Laurentiis, che considero uomo di cultura. Ma il presidente non ha mai parlato né con me, né con il ragazzo. Non può permettersi di affermare certe cose, deve avere più rispetto per gli altri e questo non c’è stato » .
Una rottura fragorosa, che irrompe inaspettata sul mercato. Logico che il ritorno in gioco di Bianchi - insieme con quello di Valeri Bojinov,
messo sul mercato dalla Fiorentina dopo il rifiuto di prolungare - vada a innescare una nuova variante nel complesso gioco degli attaccanti. Tinti giura: « Non c’era alcun’altra squadra per Bianchi: lui voleva unicamente il Napoli. La Fiorentina? Corvino è un grande intenditore di calcio ma a me non risulta un suo interessamento. Ci sono le società inglesi ( il Liverpool, per esempio, lo ha seguito per tutta la stagione, ndr). Il mercato è lungo, valuteremo con attenzione » . E l’Inghilterra, insieme con la Fiorentina citata dall’agente, potrebbe essere la destinazione dell’attaccante consacratosi nell’ultima stagione con la Reggina. Giungono al proposito segnali da Manchester, non dallo United ( dove è stato rimesso in giro anche Giuseppe Rossi dall’imminente arrivo di Carlos Tevez: il Parma è alla finestra) bensì dal City. Qui è cominciata ufficialmente ieri l’ennesima vita sportiva di Sven Goran
Eriksson: contratto triennale con la società che il miliardario thailandese Thaksin Shinawatra - chiacchierato nuovo proprietario - vuole condurre a livelli di eccellenza, in concorrenza con i potenti e vincenti vicini di casa. Il tutto per la gioia dei tifosissimi Oasis. Il tecnico svedese apprezza parecchio i prodotti del nostro campionato, sicuramente sta seguendo con attenzione quanto accade intorno a Bianchi. Ma occorrerà velocizzare il tutto, la stagione della Premier League è già cominciata: l’ 11 agosto si scende in campo.