VIOLA A REAZIONE: ADESSO ANDARE SOTTO PRIMA NON FA PIÙ PAURA
È stata forse l’unica occasione in cui, durante la conferenza post Ferencvaros, Vincenzo Italiano ha abbozzato un mezzo sorriso. Il riferimento va alla consapevolezza che ormai la sua Fiorentina sia diventata una squadra “a reazione”. Un undici capace di ribattere anche alle difficoltà più impervie e che, a differenza del passato, non si fa sopraffare dalle emozioni e dall'assillo del risultato. Il pareggio arrivato in rimonta a Budapest infatti è stato soltanto l’ultimo episodio di un ciclo di partite dove i viola, nelle occasioni in cui sono passati in svantaggio per primi, hanno saputo reagire riuscendo ad evitare la sconfitta.
Oltre all’1-1 della Groupama Arena, infatti, in passato c’erano stati - limitandoci solo alle ultime due settimane! - il 2-1 contro il Genk al Franchi (dove i belgi si erano portati in vantaggio per primi), il 2-2 in Coppa Italia - poi ribaltato ai rigori - contro il Parma, che era stato abile nel corso dei primi 45’ ad andare sullo 0-2, e l’1-1 di Roma contro i giallorossi, dove alla rete di Lukaku dopo soli 5’ ha risposto poi nella ripresa l’incornata di Martinez Quarta.
In quattro delle ultime cinque partite tra campionato, Coppa Italia e Conference, dunque, la Fiorentina ha subito gol per prima (l’unica volta in cui si è portata sull’1-0 è stato nel match casalingo con la Salernitana) eppure è sempre riuscita a scansare il ko, trovando in due casi la vittoria (col Parma a dire il vero solo dal dischetto) e negli altri match un bis di pareggi.
Un vero e proprio cambio di marcia (soprattutto mentale), verrebbe da dire, visto che quello che fino a solo pochi mesi fa pareva un limite sembra oggi essersi tramutata in una specialità. A confermarlo sono i numeri del triennio di Italiano a Firenze: nelle precedenti 123 partite del tecnico siciliano in viola (ovvero le sfide prima del 2-1 al Genk in rimonta del 30 novembre) la Fiorentina era andata in svantaggio per prima 46 volte e solo in 16 casi, alla fine, era riuscita ad evitare il ko (ovvero nel 34,8% dei casi). Qualcosa però, tra Budapest e Roma passando dal Franchi, stavolta pare essere davvero cambiato.