UNA POSIZIONE CHE NON CONVINCE
Depotenziato. Non viene in mente altro aggettivo per descrivere quello che in questo momento è lo status di Federico Chiesa. Una fase non certo brillante quella che sta vivendo il gioiellino viola, che anche ieri nella sua Genova è incappato in un'altra prova opaca. L'ennesima di questo periodo tra alti e bassi della Fiorentina, che non ha permesso al classe '97 di tornare sui ritmi tambureggianti fatti vedere a inizio stagione. E questo non soltanto per l'andamento da ottovolante della squadra viola (7 vittorie, altrettanti pareggi e altrettante sconfitte dopo 21 turni), ma anche per alcune scelte tattiche proposte di recente con un po' troppa frequenza da Stefano Pioli che alla lunga hanno finito per "ingabbiare" gli spunti offensivi di Chiesa.
Il riferimento va alla posizione in campo dell'esterno, provato in ritiro e a inizio anno come esterno destro nel 4-2-3-1, spostato poi qualche metro più indietro nel 4-3-3 inaugurato a metà del girone d'andata e poi addirittura provato come centrocampista di destra quando la Fiorentina si è affidata alla difesa a tre. Ovvero ieri a Genova (dove Chiesa più che preoccuparsi di offendere si è piuttosto interessato a limitare Strinic), e prima ancora a Cagliari e Roma contro la Lazio in Coppa Italia. Due partite, quest'ultime, dagli esiti opposti (successo in Sardegna, ko nella Capitale) ma anche hanno evidenziato ancora una volta un Chiesa per buona parte della gara avulso dalla manovra offensiva, chiamato troppo spesso a interessarsi della fase di non possesso.
I numeri di Chiesa della sfida di ieri, del resto, sono molto eloquenti. Il numero 25 viola infatti ha tentato appena una volta la conclusione verso la porta avversaria (senza centrare lo specchio), è stato protagonista di un solo passaggio chiave nell'arco di tutta la gara ed ha toccato solo 42 palloni.