TRACCE DI BERNA
La partita di Udine ci ha restituito segnali confortanti riguardo la prova di Federico Bernardeschi, schierato titolare da Sousa nella complicata trasferta della Dacia Arena. E già questa è una novità, dato che il portoghese, fatta eccezione per la gara inaugurale con la Juventus, lo aveva sempre relegato a partire dalla panchina. E, stavolta, Sousa pare aver voluto dare ascolto alle molteplici voci che si erano alzate a favore del carrarino classe '94, il quale, secondo una buona fetta di ambiente, pagava una collocazione tattica forzata. E ieri infatti, con la sua 'vecchia' posizione occupata da Tello, si è rivisto Bernardeschi versione trequartista, con più libertà di svariare dentro il campo, e meno compiti difensivi e di pressing. E lo si è visto di fatto per novanta minuti, seppure la sua naturale generosità facesse sì che lo si ritrovasse praticamente in ogni porzione di campo, anche lungo quella tanto 'bistrattata' fascia destra.
Il ragazzo è sembrato aver accolto al meglio la palla lanciatagli dal suo allenatore, dopo tutte queste settimane di valutazioni e discorsi sull'operato dell'uno e dell'altro, che lo ha restituito alla sua tanto voluta posizione di trequartista. E la risposta del giovane talento di Carrara è stata tutto sommato positiva. Togliendo dalla valutazione complessiva la trasformazione del rigore, del quale comunque ci resta negli occhi quella rincorsa cadenzata che sanno mettere a punto solo i grandi realizzatori, ci sono altri aspetti positivi che restano: la solita grande volontà di Bernardeschi, che anzi a volte sembra esagerare con il trasporto emotivo arrivando persino a strafare pur di dare seguito a ciò che gli suggeriscono testa e cuore, e qualche buono spunto palla al piede. Era da un po' che non si vedeva il carrarino riuscire in quelle serpentine ubriacanti in dribbling.
Se nelle prime uscite stagionali avevamo assistito ad un Bernardeschi spento, confuso e, almeno all'apparenza, distratto da altro, ieri ci sono stati finalmente segnali in controtendenza. Segnali che riportano in alto la fiducia e le speranze del popolo viola nei suoi confronti, quel popolo che, come normale, lo ha 'coccolato' ed elogiato, ma che allo stesso tempo nutre aspettative elevate, date dall'affetto incondizionato verso un prodotto del proprio vivaio, un simbolo della città che come tale deve assumersi oneri ed onori del caso, ed avere le spalle abbastanza larghe da poter sorreggere tutto ciò. Adesso è già momento di concentrarsi sulla prossima gara, quella con il Milan, nella quale il Berna ritrovato si candida per un posto tra i titolari, magari nuovamente in quella posizione da trequartista che Sousa gli ha voluto ricucire addosso. Ilicic e Borja, spenti proprietari di quella porzione di campo sin qui, sono avvertiti.