NESSUNO È PERFETTO
Sembravano persino irraggiungibili. Pronti a lanciare una fuga senza precedenti, come senza precedenti era la striscia di vittorie consecutive. La Roma d'inizio d'anno, d'altronde, avrebbe messo paura a chiunque, con ben dieci vittorie di fila. Poi, però, qualcosa dev'essere cambiato, e qualche ingranaggio non è più girato come prima. Che sia l'assenza di Totti, qualche scelta del tecnico che non ha convinto, o altro, questo francamente poco conta. Almeno a queste latitudini.
Quel che più conta, semmai, è la dimostrazione di come anche la Roma abbia ultimamente rallentato. Fattore quest'ultimo che potrebbe riguardare lo stesso Napoli di Benitez, se non fosse che con i viola i partenopei c'hanno già giocato così come con l'Inter. Ma un bel raffonto con i giallorossi, nella settimana che accompagnerà i viola alla sfida dell'Olimpico, non può che essere salutare. Perchè se nella capitale qualcuno ha già cominciato a storcere il naso di fronte al quarto pareggio figuriamoci se a Firenze non si può vivere serenamente un momento che resta positivo.
A margine dei tre punti raccolti con il Verona, d'altronde, qualcuno è rimasto ancora deluso da taluni aspetti. La gara di Neto non esaltante (ma che il brasiliano potesse offrire un rendimento altalenante era come minimo da mettere in preventivo) e una difesa non insuperabile sembrano essere diventati, oggi, spauracchi più evidenti di un quarto posto e di una qualificazione già raggiunta ai sedicesimi di Europa League. Alti e bassi di una città che ama dividersi, e opposti tipici del calcio nel quale si passa al volo dalle stelle alle stalle. Aspettando il lunch game nella capitale, però, non può che far bene guardarsi intorno. Anche perchè ci si renderà facilmente conto che, Juve a parte, nessuno è perfetto. Nemmeno la Roma.