MUTU, Le tappe della querelle coi viola
Ad inizio febbraio, le prime avvisaglie. Con Giovanni Becali ed i dirigenti viola, Adrian Mutu ha parlato del caso sibutramina e di un'eventuale riduzione dello stipendio. Si inizia a parlare del 50%, ipotesi che parrebbe consequenziale all'ufficialità della squalifica. La Fiorentina, anche prima della sentenza, dimostra piena solidarietà al giocatore, intenzionata comunque a chiedere la riduzione. A fine aprile, la società prese la decisione: Mutu al minimo salariale. Fino alla sentenza, la società viola non aveva preso alcuna misura di carattere pecuniario nei confronti dell'attaccante rumeno, ma poi le cose cambiarono. Un comunicato, poi, ufficializza le cose il 27 aprile: l'ACF Fiorentina comunica che, in seguito alla sentenza del Tribunale Nazionale Antidoping relativa alla squalifica di Adrian Mutu, è stata richiesta al Collegio Arbitrale una significativa riduzione dello stipendio del calciatore a partire dal 19 aprile 2010, data della sentenza, fino alla fine della squalifica. Il Direttore Sportivo Pantaleo Corvino ha comunicato inmattinata la decisione della società alle parti interessate.
Si sottolinea, inoltre, che l’ACF Fiorentina, da gennaio fino ad ora, ha regolarmente corrisposto ad Adrian Mutu lo stipendio nella sua totalità. I legali non condividono la decisione della società viola, iniziano a ballare le cifre. "Un milione in meno". "No, minimo salariale". Parte il gran ballo delle udienze, il primo round lo vince Mutu il 29 giugno. Il 25 luglio, poi, la decisione: udienza rinviata al 15 settembre. Oggi. Quando la parola fine, sulla questione Mutu-Fiorentina, verrà messa nel pomeriggio. Una tappa, almeno, del lungo 2010 del rumeno, volgerà al termine.