MEGLIO TARDI CHE MAI
In tempi di popolarità ai minimi termini, c'ha pensato Daniele Pradè a sedersi sul tavolo degli imputati. Chi tempo addietro si preoccupava per una presenza sempre più distaccata del direttore in questione, potrà comunque tirare un sospiro di sollievo. Perchè nonostante un comunicato di rinnovo annuale mai pervenuto, il dirigente è saldamente al suo posto. E come sempre accaduto nel corso della sua storia fiorentina, di nuovo ha messo la faccia sulle risposte della società.
Impossibile definire altrimenti le recenti direttive societarie riportate in conferenza stampa. Si potrà aprire dibattiti infiniti, ribadire la voglia di controbattere i temi espressi dal diesse (o rivedere i conteggi su quanto entrato e uscito), ma certamente va salutata positivamente l'apertura che anche la dirigenza ha avviato, quasi sulla scia di Sousa e della sua squadra. Pradè potrà non aver convinto su più punti, e per i più la squadra di oggi è più debole di ieri, ma intanto si è anche addossato più di una responsabilità facendo mea culpa. Di certo non qualcosa di abituale. Tanto più in Fiorentina.
Nei giorni di avvio della stagione, con il campionato e le coppe che si faranno subito frenetiche e il campo che sarà finalmente unico giudice, servirebbe certamente a poco incancrenirsi su diatribe che restano aperte. Come la vicenda Salah, per esempio, visto che potrebbe avere nuovi sviluppi a dicembre. Anche perchè volendo saltare a piè pari qualsiasi specifica su quanto raccontato ieri, appare chiaro come sugli argomenti monstre (investimenti, scelte di bilancio, programmi a lunga scadenza nonchè riferimenti sul discorso stadio ecc. ecc.) spetterebbe alla proprietà spiegarne i motivi alla base. E non, di fatto, a un dirigente.
Però detto questo, e auspicando momenti per un nuovo confronto in cui sia soprattutto Andrea Della Valle (in quanto proprietà) a spiegare i programmi societari, resta un mercato sul quale Pradè ha prima messo firma e faccia, e da ieri anche spiegazioni. La coperta è corta, questo il dato. Un difensore e un centrocampista, il diktat per il mercato invernale. Strapparsi i capelli, o battere i pugni contro il muro non cambierà le cose. E la squadra.
La palla passa perciò necessariamente a Paulo Sousa, e sarà bene che squadra e società riescano a fare fronte comune tenendo possibilmente lo stesso passo. In campo, e fuori. Per il momento, chiarimenti a parte, gli stessi obiettivi sono stati proclamati con la dovuta attenzione, quasi sottovoce, e con l'intento di "non uscire dall'Europa" riprendendo uno dei tanti virgolettati arrivati ieri mattina. Messa così, tutta la nuova Fiorentina, quella nata dopo lo strappo con Montella, può avere anche una sua rinnovata logica. Fossero stati chiari prima determinati concetti, in altre parole, sarebbe stato tutto meno traumatico. Ma sempre meglio tardi che mai.