ITALIA FUORI CON DISONORE
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Vergogna. Il titolo di un'avventura inattesa e disastrosa, da brividi, da mani nei capelli. L'Italia s'inchina a Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia e tanto basta per regalare anche agli ultimi degli ottimisti il colpo di grazia che ne affossa sogni e speranze. Piegati alla mercè di tre squadre qualunque, ricche di gregari ma senza stelle, nazionali povere di storia e di gloria, vittoriose (perché anche un pari, per i Kiwi e per i Sudamericani, questo è) al cospetto dei Campioni del Mondo. Ex tali, pardon, visto che il sogno d'esser pentacampeon è scomparso in una nuvola d'azzurro, in un nugolo contorto e disorganizzato di giocatori al tramonto delle energie e delle idee, di un gruppo che tale è impossibile descrivere.
Zero fantasia, si dirà, ma che il genio latitava al sud del Mondo, era titolo a priori più che a posteriori. I processi partiranno, si apre una nuova era in casa azzurra, dipinta e tratteggiata dall'uomo nuovo Prandelli. Ma il presente racconta di un'Italietta che più Italietta non si può. Dove il blocco Juve va in coro con quella che è stata la stagione bianconera agli archivi. Dove Cassano e Miccoli, due nomi non a caso, sarebbero stati magari uomini in più per questa Nazionale. Capaci semmai di saltare l'uomo, anziché avere dighe dipinte di colori nuovi nel panorama internazionale ma abili nell'esser frangiflutti insormontabili per i timidi avanti di Lippi. 4, in pagella, è quasi un regalo per tutti, ad avventura conclusa. Montolivo escluso, lui che con Paraguay e Nuova Zelanda è stato uomo ovunque e migliore in campo. Poi con la Slovacchia si è spento anche il talento di Caravaggio, nelle tenebre delle idee azzurre. Vergogna, Italia.