COME CAMBIANO I TEMPI
Il trionfo della Fiorentina ieri sera contro l'Inter non ha solo visto come assoluto protagonista Khouma Babacar (la cui media-reti dopo i pochi istanti giocati ieri contro i nerazzurri è scesa a un gol ogni 120' giocati), ma ha restituito ancor più lustro a Federico Bernardeschi, vero e proprio mattatore della gara vinta contro gli uomini di Mancini. Una consacrazione per il talento di Carrara, cresciuto in modo esponenziale nel corso delle ultime settimane, premiato a Bologna con il suo primo gol stagionale in Serie A e tornato nuovamente sugli scudi non più tardi di 24 ore fa, con una prestazione che gli è valsa la palma del migliore in campo. Che storia quella di Federico, che ieri sera - davanti ad un paio di suoi ex compagni niente male (nella fattispecie Jovetic e Ljajic) - ha fatto vedere quanto la vita di un professionista del pallone possa cambiare nel giro di poco. E come la ruota possa girare all'improvviso.
Quando infatti JoJo ed Adem vestivano la maglia viola nel loro ultimo anno in riva all'Arno (era la stagione 2012/2013), Berna era un giovanissimo (ma già promettente) attaccante della Primavera di Semplici, una pianticella niente male che già stava dando i suoi primi frutti. E che Vincenzo Montella aveva già deciso di premiare con una delle tante convocazioni in prima squadra (già iniziate per la verità a fine 2012) che Federico probabilmente non dimenticherà mai: era il 21 aprile 2013 e la Fiorentina, in piena corsa Champions come lo è adesso, ospitava il Torino. A decidere la sfida fu un gol di Romulo quasi a tempo scaduto e Bernardeschi, alla rete del definitivo 4-3 viola, balzò in piedi dalla panchina per festeggiare, assieme a Ljajic (che era ancora in campo ed aveva segnato nel primo tempo su punizione) e a Jovetic, rimasto tra le riserve perché non al top (come dimostra la foto d'archivio di Firenzeviola.it).
Da allora sono passati 34 mesi, più di 1000 giorni: durante i quali Bernardeschi a grandi passi - oltre a cambiare radicalmente taglio di capelli - è cresciuto ed è diventato protagonista della squadra che fino a qualche tempo prima aveva ammirato solo dalla tribuna. Ed oggi, quelli che un tempo non lontano in maglia viola avevano saputo regalare magie a Firenze, ieri sera hanno visto fare altrettanto dal numero 10 viola. Seduti però comodamente sulla panchina. Quando si dice che i tempi cambiano...