CI ERAVAMO TANTO AMHAGI

08.01.2018 10:00 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
CI ERAVAMO TANTO AMHAGI
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

E pensare che, tra i figli d’arte di casa Fiorentina, Ianis Hagi era quello che poteva vantare il genitore più famoso. Con tutto il rispetto per Enrico Chiesa, bomber di razza, e il Cholo Simeone, giocatore un tempo tutta garra e ora tecnico pioniere di una nuova filosofia. Si diceva inoltre, quando Hagi junior fu comprato nel 2016 dal Viitorul Costanza per 1,5 milioni di euro da Eduardo Macià, che sarebbe stato proprio il rumeno il baby di casa Fiorentina in grado si spiccare per primo il volo. Ancor prima di Chiesa (di un anno più vecchio) e di Riccardo Sottil, l’altro fiore all’occhiello del settore giovanile viola tutt’ora in rampa di lancio. 

Nulla di tutto questo. Perché a fronte di tanti attestati di stima (tanto di Sousa quanto nella scorsa estate di Stefano Pioli), Hagi è il giocatore che è finito per incappare nelle difficoltà più grandi. E questo non tanto a causa del pesante cognome impresso sulle sue spalle, quanto di una struttura fisica che ha stentato a progredire e della poca fiducia che gli allenatori che si sono succeduti sulla panchina viola hanno avuto su di lui. Probabilmente anche a ragione, visto che nell’arco di 18 mesi in viola Hagi può vantare appena 48’ in Serie A collezionati in appena 2 presenze (con Cagliari e Pescara nello scorso campionato grazie a Sousa).

Per il resto tanta tribuna al Franchi e qualche sprazzo di genio in Primavera, dove lo scorso anno il rumeno ha dimostrato di saper fare la differenza, salvo poi trovare qualche problema di troppo anche con la squadra di Bigica. Un momento non proprio felice sfociato di recente in una esultanza polemica (col dito alla bocca) all'indirizzo dei tifosi dopo una rete messa a segno contro il Chievo.

E adesso? L’accordo tra Fiorentina e Viitorul per il ritorno di Hagi in patria sembra ormai dietro l’angolo. A fronte di un pagamento di poco superiore ai 2 milioni di euro che restituirà a titolo definitivo il fantasista classe ’98 al suo ex club. Lasciando, forse, qualche rimpianto di troppo alla Fiorentina, che avrebbe forse potuto gestire in modo migliore il talento rumeno.