ANAMNESI
Una partita amara. La definizione, al termine di un 3-3 non certo avaro di emozioni, la dà direttamente Federico Chiesa. Ancora devastante, ancora decisivo (con gol, assist e non solo), ma soprattutto ancora una volta lucido nel riflettere, a caldo, e nel proiettarsi già alla gara di ritorno. "E' tutto aperto, ma sarà una battaglia". Impossibile fare previsioni, per preparare la sfida di Bergamo ci sarà tempo (si gioca il 24 aprile), impossibile fare calcoli. Soprattutto perché - ne abbiamo avuto l'ennesima conferma - prevedere come possa finire una partita tra Fiorentina e Atalanta risulta oramai impossibile, campionato o coppa che sia.
Esercizio utile, d'altro canto, sarà invece capire il perché una gara come quella del Franchi abbia preso - più di una volta - una piega inaspettata. Il carattere - sì, ancora lui - è servito a recuperare da una situazione di svantaggio, ma contestualmente l'analisi di cosa non ha funzionato risulta quantomai fondamentale (anche in vista di domenica, quando le squadre si riaffronteranno in campionato). "Dove abbiamo sbagliato ce lo dirà poi il mister". Ed ecco che la facilità di parole (non solo nel dribbling) di Chiesa torna ancora utile.
Difesa male, centrocampo così così, attacco protagonista. Il giudizio complessivo sulla squadra viola può essere diviso in tre parti ben distinte, se è vero che sono state fondamentalmente le giocate degli uomini offensivi di Pioli a "riparare" le lacune e la mancanza di unione tra gli altri due reparti (soprattutto nel contenere uno scatenato Ilicic). Quegli stessi uomini chiamati ad ovviare con gol e assist ai problemi di una retroguardia che - nel 2019 - appare se non altro meno solida (i numeri lo dimostrano). Prossimo step, ancora Gasperini, ancora l'Atalanta. Nel frattempo, l'anamnesi che Pioli dovrà fare alla squadra, ovvero analizzare i problemi e punti critici onde arrivare ad una diagnosi del "paziente Fiorentina".