AJAX, Da Crujiff e Rijkaard a Enoh e Sarpong
C’erano una volta Johan Cruijff, Jari Litmanen, Frank Rijkaard e Jaap Stam. Oggi l’Aiace Telamonio, condottiero dell’Iliade disegnato sullo stemma societario, è portato sul cuore da una banda di ragazzi intraprendenti, probabili stelle, giocatori sulla strada del pensionamento e fumose ombre dell’Ajax che fu. L’unico vero “figlio degli Dei” siede in panchina, ma da qualche tempo sembra che l’ira funesta del destino abbia deciso di abbattersi anche su di lui. Marco Van Basten, cigno di Utrecht, brutto anatroccolo sulla panchina degli ajacidi, terzi in Eredivisie, dodici punti dall’AZ capolista e tanti saluti ai sogni di gloria. E per tenere fede al vecchio detto “tutto il mondo è paese”, critiche su critiche piovono anche e soprattutto sul tecnico dei biancorossi. L’eccessivo pugno duro, scelte tattiche sbagliate, modulo sbilanciato, cattiva gestione delle risorse umane.
Tutti bersagli facili da colpire, visto il triste ruolino di marcia dell’Ajax, un punto nelle ultime quattro partite prima di vincere la grande classica d’Olanda per 2-0 contro il Feyenoord. Van Basten ha spesso schierato un 4-3-3, che di fatto è un 4-2-1-3 viste le propensioni offensive del trequartista prodigio Sulejmani. Snaturando però, al contempo, il ruolo di Emanuelson, terzino adattato ad esterno d’attacco, quello di Suarez e Cvitanich, sugli out o al centro del tridente pur essendo seconde punte e quello di Vertonghen, fresco di ping-pong tra difesa e centrocampo. Uno dei pochi pregi della gestione Van Basten, a detta di stampa e tifosi, è la gestione dei giovani: Van Der Wiel, Anita, Sanoh, lo stesso Sulejmani e Sarpong, tutte stelline che stanno trovando sempre più spazio tra i titolari e che, probabilmente, lo faranno anche contro la Fiorentina.